Cu resta arrinnesci? Enna Magazine lo chiederà ai giovani ennesi in una nuova rubrica a loro dedicata

Valorizzare i nostri giorvani, fare conoscere le loro aziende e i loro progetti per arginare l'esodo

 

La redazione di Enna magazine prende in prestito e la sposa in pieno l’iniziativa lanciata dal mecenate Antonio Presti “cu resta arrinesci” con una rubrica che darà voce e spazio ai giovani, quelli che con coraggio, con passione, e con amore hanno deciso in controtendenza di investire nella nostra amata terra di Sicilia. E’ una vera e propria scommessa che noi come redazione lanciamo per dire no al grande e tristissimo esodo che rende sempre più povera la nostra terra. I migliori spesso vanno via e tutti noi, ognuno nel nostro piccolo, possiamo contribuire ad arrestare quella che è la madre di tutte le emergenze. Occorre premiare il coraggio, valorizzare le eccellenze ed incentivare l’imprenditorialità giovanile innescando un circuito virtuoso che promuova principalmente le potenzialità, le risorse locali e la bellezza. Daremo spazio, all'interno della rubrica ai giovani imprenditori, racconteremo di loro, delle loro aziende, delle loro idee e dei loro progetti. Li aiuteremo a farli conoscere ed apprezzare. Chiederemo a loro perchè vale ancora e sempre la pena restare nella propria terra.    “C’è sempre una Sicilia maligna, spietata, traditrice, che pugnala il nostro onore- scrive nel suo manifesto Antonio Presti-  E’ la Sicilia di cui si parla spesso, sempre più. Ma c’è quell’altra Sicilia che ha un cuore che batte a tamburo di Bellezza; che ha un’anima che si riflette del valore universale di essere comunità; che è viva e non sconta l’anestesia di una contemporaneità che si nutre di evasioni e abbandoni. E’ la Sicilia del “Controesodo”, del “cu resta arrinesci”, delle parole del Cantico di S. Francesco, dell’Arte che parla alle coscienze, della Musica che ritma l’etica, delle Prole che accompagnano quel viaggio interiore. Perché questa terra non è bella e irrealizzabile. Perché quest’isola non deve e non vuole celebrare la morte di un futuro dettato dalla perdita dei sensi del presente. Io credo che noi siamo obbligati e tenuti a tracciare un percorso altro, diverso. Ecco perché il mio progetto “Controesodo” vuole diventare movimento culturale, che deve trovare nelle nuove generazioni l’unione di intelligenze che sfuggono alla forza centrifuga dell’esodo. Dopo il riconoscimento internazionale della Fiumara d’Arte e del Museo Albergo Atelier sul Mare Valle dell’Halaesa Parco dei Nebrodi, nei miei 40 anni di impegno civile, solitudini culturali e battaglie istituzionali, che grazie al valore politico della Bellezza hanno rigenerato e restituito identità a territori oggi famosi in tutto il mondo, invece di nutrirmi passivamente del riconoscimento della storia, sento la necessità di scegliere la via del Ringraziamento, continuando ancora a seminare. Lo spirito che anima l’amare è sempre seminare, e quando si è sentimentalmente legati con il cuore a un territorio, si fa di tutto per tentare di farlo sopravvivere e di sopraffare i pensieri di morte, abbandono e afflizione. Dire che non c’è futuro, non c’è lavoro, non ci sono più giovani, vuol dire affermare la morte del futuro; scoprire che in alcuni paesi ci sono scuole con soli 30 bambini non può lasciare nell’indifferenza. Questo esodo subdolo nasce dalla manipolazione del pensiero; i ragazzi già al liceo, con l’avallo dei genitori, dicono “Io devo andare via dalla Sicilia”, perché a quel giovane abbiamo innestato il pensiero del distacco dalla Grande Madre. Questa terra ha bisogno dei suoi bimbi. non dovete andare via, proviamoci. Perché in Sicilia non manca il lavoro, manca forse l’educazione al lavoro e quel senso del sacrificio che può diventare intraprendenza e industriosità. “Restiamo” è il grido unanime di chi non si arrende, l’imperativo che dev’essere studiato tra i banchi, l’antidoto contro chi la frena, la distrugge, la oltraggia, la disonora questa Terra. Davanti a migliaia di giovani che continuano a lasciare l’isola, ci dev’essere tutta una schiera di difensori di valori che con lo scudo dell’identità e dell’appartenenza, proteggono i confini intellettuali e culturali della Sicilia. “Controesodo” è la nuova battaglia moderna della più grande emancipazione degli stereotipi. Non una missione impossibile. Un percorso da costruire".
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