La Provincia rischia il default.

Timori e preoccupazioni del Commissario straordinario in audizione all'Ars.

Giornata densa di incontri per il commissario straordinario dell'Ente Salvatore Caccamo che stamani si è recato a Palermo, accompagnato dal segretario generale Graziella Morreale e dal ragioniere generale Gioacchino Guarrera, per lanciare l'allarme sulla grave situazione finanziaria che vive la Provincia, alla luce della discussa legge sulla soppressione degli enti di secondo livello che porta la data del marzo scorso.

Prima tappa della giornata la visita al presidente della commissione Bilancio, Nino Dina, cui Caccamo ha rappresentato la reale impossibilità a chiudere il bilancio di previsione per il 2013. 

Secondo appuntamento con il presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana, Giovanni Ardizzone per un confronto serrato sulla questione economica. A seguire l'audizione in commissione Bilancio, con la speranza che i deputati, componenti dell'organismo, si facciano portavoce delle difficoltà dell'Ente ed intervengono presso il Governo regionale affinché preveda uno stanziamento ulteriore per la Provincia.

A conti fatti per chiudere lo strumento finanziario, garantire i servizi essenziali e pagare gli stipendi ai dipendenti, lo stanziamento fissato dal governo Crocetta dovrebbe incrementarsi di altri 2 milioni di euro. 

"Abbiamo verificato la disponibilità della deputazione parlamentare dell'Assemblea Regionale Siciliana" - commenta a caldo Caccamo - "ci auguriamo che nelle more della definizione di tutti gli aspetti e gli adempimenti che riguarderanno la riforma degli enti si possa raggiungere una situazione di stabilità economica che possa scongiurare il pericolo del default" . 

A proposito di deputazione, presenti all'incontro anche gli onorevoli Luisa Lantieri, Gruppo Misto e Mario Alloro, Pd . Quest'ultimo ritiene che la problematica andrà superata. Rassicurazioni anche dall'onorevole Nino Dino che ha evidenziato la volontà politica di sostenere tutte le nove Province siciliane in questa delicata fase di passaggio. E nonostante il cauto ottimismo dei deputati ennesi, ecco la doccia fredda. A chiudere gli interventi in Commissione, l'assessore regionale alle Autonomie locali, Patrizia Valenti che allarga le braccia e rimanda al Governo centrale la soluzione del disastro economico cui andranno incontro gli enti locali, Enna in testa. 

Ancora una volta l'assessore chiede ai suoi interlocutori la presentazione di schede tecniche da cui emerga il reale fabbisogno degli Enti. Documentazione, questa, prodotta dalle Province, nel corso di questi mesi, con una cadenza molto ravvicinata .Inoltre anche gli ispettori, inviati dallo stesso Crocetta, si sono resi conto de visu in quali condizioni versano gli enti locali. Nonostante ciò il Governo necessita ancora una volta della documentazione che sarà inoltrata nei prossimi giorni dai ragionieri generali.

Il nodo della questione è ben chiaro: mancano nel bilancio della Regione 110 milioni di euro, dice la Valenti, che sono frutto di una spietata politica di spending review del passato Governo Monti. Tagliare, tagliare, tagliare. Questo è il diktat della Valenti che fa riferimento anche agli stipendi d'oro dei super burocrati delle Province. La sua opinione , però, non trova riscontro tra alcuni tecnici presenti all'incontro che addossano la colpa di questo impasse economico al presidente Crocetta.

Grave la responsabilità dei parlamentari all'Ars che hanno votato la proposta di legge sulla soppressione delle Province, anche se, per dovere di cronaca né Lantieri , né Alloro hanno approvato la normativa. E adesso il problema rimbalza al premier Letta ,il quale dovrà, secondo le richieste dell'esecutivo siciliano, prevedere una manovra legislativa per sbloccare il patto di stabilità degli enti locali, in modo da potere attingere agli avanzi di amministrazione. Ma anche se questa ipotesi, molto remota poiché richiede tempi lunghi, fosse percorribile, la Provincia di Enna non riuscirebbe a chiudere il bilancio. Questo significa che per i dipendenti dell'Ente si fa sempre più concreta la scure della mobilità.

Il passaggio successivo sarebbe la dichiarazione dello stato di dissesto per l'Ente. L'incontro finisce con un successivo incontro annunciato. Questa volta toccherà all'assessore all'Economia, Luca Bianchi, che non era presente alla riunione per i recenti fatti politici che lo vedono dimissionario della Giunta Crocetta, cercare soluzioni immediate e praticabili.

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