Elezioni Province. Prima la Finanziaria

Si apre un varco per fare uscire dallo stallo gli Enti locali?

La notizia c’è e non c’è. L’Assemblea regionale siciliana impegnata sul fronte Finanziaria,guarda oltre la data di fine febbraio, termine ultimo in cui dovrà essere approvata la manovra economica  e si concentra su una delle questioni più spinose della legislatura Crocetta. La riforma delle Province, oggi Liberi Consorzi, che potrebbero ritornare Province a tutti gli effetti di legge.
Dopo la bocciatura del referendum costituzionale, il presidente della commissione Affari istituzionali, Salvatore Cascio, prende l’iniziativa e vola a Roma per incontrare il ministro del Mezzogiorno, Costa, al fine di sondare la possibilità di prevedere l’elezione diretta degli Enti,nell'ambito dell' election day,previsto per i primi di giugno, quando oltre 150 comuni siciliani andranno al rinnovo elettorale.

 La mission ha il sapore interlocutorio, anche se Cascio, proprio perché  dice di volere suggellare il suo impegno politico, decide di approntare una dettagliata relazione da  consegnare  al ministro competente  proprio in questi giorni.

“La situazioni è molto delicata dal punto di vista legislativo- spiega-per questo  motivo,oltre ad essere cauti, occorre osservare tutti i crismi della  puntualità istituzionale.”

Con un dossier in cui vengono evidenziati i punti normativi che potrebbero diventare legge, Cascio ritiene che l'esponente del Governo Gentiloni possa avere spianato il quesito inoltratogli dalla Commissione consiliare ed approntare  di conseguenza una  indicazione di massima, utile a portare  il disegno di legge in aula, per la sua approvazione.

L’obiettivo della Commissione all’Ars è uno:anticipare quanto legiferato le settimane scorse dal Parlamento siciiano  che rinvia il voto delle Province alla prossima legislatura, non prima di dicembre del 2017.

La proposta,invece, punta a  fare votare i cittadini con  il suffragio universale,evitando,  il rishcio impugnativa da parte  del Governo centrale.

Secondo la tabella di marcia  dopo l’approvazione della Finanziaria,prevista a fine febbraio, Cascio promette di ritornare a chiedere a Roma una eventuale chiarimento alla tematica sollevata.

A quel punto, se dal Governo arrivasse l’ok, a fine giugno le Province potrebbero vivere di vita propria.

Altrimenti? E’ l’incogna ed il tormentone della politica, ma anche di tutti i dipendenti provinciali.

Si dovrebbe aspettare la nuova composizione dell’Ars, con  la nuova elezione del presidente della Regione e solo  dopo, siamo già oltre la primavera del 2017, si riproporrebbe la questione Province.

Troppo tardi per gli Enti  da oltre 4 anni in agonia.

Il presidente della Commissione  non vuole ipotizzare scenari  devastanti e si dichiara moderatamente ottimista.

“Abbiamo sollevato la problematica",dice.

La parola,adesso, passa al Governo romano.

 Nessuno, a Palermo,   vuole azzardare pronostici.   

 

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Tags: Salvatore Cascio;Ars;Province

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