Le Province a a raccolta il 15 maggio
Ci sarà anche l’Urps Sicilia,con il presidente, Giovanni Avanti, alla riunione degli Stati generali, promossa dall’Upi nazionale, venerdì 15 maggio, presso l’aula gruppi della Camera dei Deputati, a Roma,dalle ore 10 alle ore 13.
Una azione unitaria per accendere i riflettori sulle drammatiche condizioni di tutte le Province italiane, il cui prelievo forzoso del Governo centrale, nel prossimo triennio, ammontante ad un miliardo di Euro. impedirà l'approvazione dei bilanci di previsione 2015, la cui scadenza è imminente, e manderà in dissesto gran parte delle Province.
Anche la stampa nazionale si sta mobilitando a favore delle realtà di secondo grado italiane, il cui iter è avanti, rispetto alla Sicilia, poichè sono state soppresse ai sensi della legge Delrio che svuota le istituzioni di funzioni e competenze.
Il summit, in prima battuta, mira a rilanciare il ruolo delle Urp in ogni regione, attraverso il massimo coinvolgimento dei Sindaci, degli amministratori comunali, stabilendo così la linea politica dell'associazione per proseguire nel serrato confronto con Governo e Parlamento.
Nell’interlocuzione di questi ultimi mesi con l’Anci, si sono gettate le basi per un percorso necessario di integrazione tra le due realtà che, come per il passato, hanno sempre assunto un ruolo centrale di coordinamento ,sia un ambito regionale che nazionale, con lo scopo primario di consolidare il ruolo delle autonomie locali nel sistema di governo del Paese e delle Regioni ,consolidando la capacità dell’associazione di incidere nei processi attuali e futuri.
Per questo nell’incontro di venerdì si eleggerà il nuovo presidente nazionale,con la sua squadra di amministratori pubblici che permetterà di assicurare una maggiore forza di rappresentanza con Governo e Parlamento
Anche nella regione Sicilia l’Urps dovrà essere un punto centrale di riferimento per le istituzioni di secondo grado, attraverso un nuovo e forte coinvolgimento nel governo dell’associazione dei presidenti da eleggere.
"La situazione delle nostre amministrazioni – spiega il presidente dell’Urp Sicilia, Giovanni Avanti- è drammatica. Non si può più garantire la sicurezza nelle nostre strade, con il rischio di prevedere la chiusura delle stesse con grave danno sia per i cittadini che per le imprese locali.”
Tra la riduzione delle risorse e il blocco del patto di stabilità, a tutte le ex Province viene impedito di operare negli investimenti, senza la possibilità di intervenire con opere necessarie ed urgenti per l'edilizia scolastica e senza un minimo di budget per la gestione ordinaria- dalle bollette elettriche al riscaldamento.
Per il momento le scuole sono in prossimità di chiusura per la pausa estiva e non si registreranno ricadute negative su di esse, ma alla loro riapertura,se la situazione restasse la stessa, non si potrebbe garantire il regolare svolgimento dell'anno scolastico.
Questo stato di cose, quindi, mette in pericolo i territori e lede i diritti dei cittadini.
Nota a parte per i dipendenti delle ex Province e i lavotratori a contratto che, allo stato, non ricevono alcuna garanzia da parte dell'esecutivo siciliano.
Si attende con preoccupazione l'esito di un incontro ,promosso dal commissario di questo Ente, Pietro o Monaco, tra i suoi colleghi siciliani ed il presidente della Regione, Crocetta, a cui si rappresenteranno tutte le emergenze relative a servizi e dipendenti di ruolo e non.
La soluzione è solo politica, così dicono i vertici burocratici della Regione.
Si aspetta,difatti, che l’Ars cominci a discutere su un possibile disegno di legge che riesca a sbloccare la somma di 450 milioni di euro che il Governo centrale ha congelato.
Si tratterebbe di votare una legge fotocopia di quella nazionale, o di recepirla in toto, per dare un segnale forte al premier Renzi che resta fermo nel suo convincimento.
Nell'attesa che l'Ars, dopo le elezioni amministrative del 31 maggio e comunque prima della pausa estiva del parlamento siciliano, approvi una legge che non vada in contrasto con la linea dell'esecutivo nazionale, tutte le Province sono in fermento per organizzare manifestazioni di protesta e chiedere un incontro con il presidente della Regione ed i capigruppo all'Ars.