mercoledì 29 gennaio 2003

Manifestazione nazionale contro la guerra in Iraq. L’Amministrazione provinciale delibera l’adesione.

“Fermiamo la guerra in Iraq. Costruiamo la pace e la giustizia in Medio Oriente.” E’ questo l’appello, ma anche lo slogan della manifestazione del prossimo 15 febbraio a Roma, che il coordinamento nazionale Enti locali per la pace ha rivolto alle amministrazioni. La Provincia regionale ha aderito all’invito, deliberando, questa mattina, la partecipazione all’iniziativa e l’adesione al coordinamento nazionale. La Giunta provinciale, ha inoltre, attraverso l’atto amministrativo, dichiarato Enna “città per la pace.” Il presidente della Provincia, Elio Galvagno, ribadisce fermamente la volontà dell’Ente a sostenere il Comitato a cui l’ Ente sarà a fianco per contestare con forza il convincimento che “non può mai esserci una guerra giusta”. “Ogni conflitto - spiega Galvagno - affonda le sue radici nella atavica lotta per affermare la supremazia. Mostrare i muscoli non serve, quando è in gioco la distruzione, l’orrore e lo sgomento che un conflitto può causare.“ La Storia ci insegna - continua il presidente - che tutte le guerre nascono con le armi, ma poi finiscono con le parole. E dunque la mediazione sarebbe l’unica via da seguire per rivendicare un diritto universale, quello della pace. ”L’Amministrazione provinciale, fa sapere Galvagno, si impegnerà ad intraprendere iniziative che possano sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica sui rischi e i pericoli di un conflitto che potrebbe essere combattuto su tanti fronti.” Tutti saremo in trincea, perché i mezzi di cui dispone l’Iraq non sono solamente quelli tradizionali. Le armi chimiche, difatti, sono i nemici invisibili, ma proprio per questo sono quelli più tragicamente insidiosi.” E’ necessario, dunque, che la gente ne parli e sappia cosa significhi essere un Paese alleato degli Stati Uniti d’America. “Le ragioni della guerra sono legate all’economia, ma anche al potere. L’11 settembre ha innalzato simbolicamente un muro di intolleranza. Ma non sarà la guerra, certamente, ad abbatterlo.” Galvagno, infine, rivolge un invito agli amministratori, alla gente, e ai giovani ”Siate uniti nell’intento di mantenere la pace, senza lasciarsi condizionare da ragionamenti politici che nulla hanno a che fare con i valori fondamentali che ogni uomo deve, invece, custodire.”
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