Il Papa in Sicilia. Un'esperienza da ricordare

Bergoglio invita i mafiosi a convertirsi

Fino a ieri sera, domenica, le migliaia di transenne sono ai bordi delle strade dall’accesso sbarrato, in vista dell'arrivo del Papa di sabato scorso, 15 settembre. Siamo a Palermo, ma anche Piazza Armerina ha accolto con grande fervore Francesco.

ll Papa che fa politica. Il Papa che lancia strali ai mafiosi. Il Papa che se la prende con chi non conosce l’umiltà. Il Papa che esorta alla dignità del lavoro. Il Papa che mette al bando la rassegnazione. Questo è il lungo messaggio della lunga giornata, contraddistinta da una giornata di sole caldo settembrino. Uno dei più grandi eventi si è consumato, religioso, si, ma anche sociale e carico di suggestione.

Papa Francesco piace. Ai cattolici ed anche agli atei. Perché? Si rivolge a tutti, non fa distinzioni, anzi, forse si. Preferisce, difatti, andare a pranzo coi poveri, con gli ultimi, e poi incontrare i giovani. Le istituzioni? Vanno bene, ma con un incontro quasi marginale, rispetto al suo fitto programma isolano. Bergoglio è così. E le due città, la capitale siciliana e la cittadina al centro dell’Isola, sede di una curia vescovile, si sono trovate accomunate dallo stesso sentimento, l’arrivo della massima figura della Chiesa, al centro di polemiche e di attacchi per la pedofilia, diffusa, del suo clero.

Un momento difficile per tutti, anche per Bergoglio che non si nasconde dietro il dito. Anche per i cattolici, tanto disorientati. In molti dicevano “Siamo qui, ma la Chiesa non ci rappresenta più”. E’ lui che calamita l’attenzione e la popolarità.

L’epilogo è stato dei migliori. C’è poco da criticare e da obiettare. E’ lui che attira le coscienze. Ed è un tripudio. Poi finisce tutto, intorno alle sette del pomeriggio, il traffico ritorna alla sua caotica normalità, il fiume di gente si avvia verso destinazione, le forze di Polizia tirano un sospiro di sollievo. Chi scrive, dietro le quinte, osserva La Papa mobile ormai vuota, l’elicottero, sopra il cielo di Palermo,pronto a portare questo uomo dalla forza interiore indiscutibile e dall' umiltà che fa a pugni con la mondanità.

La sua omelia, l’ultima, dedicata ai giovani, in piazza Politeama, è un mix di incoraggiamento e vigore. Alla fine del suo discorso, si scusa. ”Voi state tutti in piedi, io, invece, ho parlato seduto. Ma ho dolore alle caviglie ”.

Cosi è Papa Bergoglio. E l’applauso è scosciante per minuti che sembrano infiniti. Non è una standing ovation, degna di una star, è il bisogno della gente di credere in qualcosa ed in qualcuno. E’ la necessità di aggrapparsi ai valori veri e non alle apparenze che fanno le differenze.

Almeno, anche e solo per una giornata, la vasta platea ha compreso. La vita non è quella che viviamo frettolosamente tutti i giorni, carica di competitività e rancore. Ma è un percorso già tracciato che porta alla sofferenza, ma se credi, anche alla pace.

Almeno solo per una giornata si è consumata questa grande gioia.

Grazie, Bergoglio.

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Categorie: Costume e SocietàNumero di visite: 3324

Tags: papa bergoglio

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