Architetto di professione ma poeta per passione

Alessandro Corso ennese di adozione tra disegni e poesia

Alessandro Corso, palermitano di nascita ma ennese di adozione, dalla sua professione l'architettura trae spunti per quella che è diventata una sua passione, la poesia. Rispolvera alcuni suoi scritti giovanili e comincia una nuova avventura che lo ha portato già a ricevere premi e riconoscimenti, di tutto rispetto.     

Quando è  cominciata questa avventura?

" L'approccio alla scrittura è nato attraverso la composizione di alcune poesie rimaste nel cassetto. D'altronde per crescere come autore occorre un po' di tempo e pazienza".
Quanto scrittore o poeta? 

" Bella domanda. Prima di pubblicare "Disinganni essenziali", con l'editore Giuliano Ladolfi" questa mia opera poetica di recente pubblicazione, mi sentivo teso più verso la narrativa che verso la poesia, ma l'entusiasmo che si è generato attorno a questa mia tranche di poesie cambia leggermente il mio punto di vista. Mi riferisco in particolare alla dotta prefazione scritta da Giuliano Ladolfi per questa mia raccolta poetica"

A quale autori ti ispiri?

" Dal punto di vista narrativo grande è la mia ammirazione per autori come Italo Calvino e Kafka. Nella poesia, invece, riconosco di avere  numerosi riferimenti, contemporanei e non".
Chi e' il destinatario dei tuoi scritti?

" I miei scritti sinora pubblicati sono testi fortemente incentrati sulla realtà. Il primo, il racconto "Il fantasma dell'opera di Sciacca", con cui ho vinto il primo premio "Archilettura-Pescara", è un testo delle cronache dei nostri giorni con spunti letterario-architettonici, e dunque certamente raccomandato ai miei colleghi architetti, mentre credo che "Disinganni essenziali" possa godere di una più ampia platea di fruitori".
Parlaci di questa tua prima opera.

 "Disinganni essenziali" è un viaggio nella società  contemporanea, ma non solo. In questa mia raccolta convergono sia esperienze personali che tematiche collettive. Nel dettaglio affronto anche alcune problematiche legate al vivere nel cosiddetto "Umbilicus Siciliae". Un viaggio malinconico, certo, ma non totalmente privo di ottimismo".
Un'accenno su questo primo premio vinto con "Il fantasma dell'opera di Sciacca".

" Mi è stato di grande stimolo. Il racconto riguarda il moderno teatro di Sciacca, opera degli architetti Giuseppe e Alberto Samonà e tuttora incompiuto. Un atto dovuto verso un'opera costruita a fasi alterne e abbandonata dagli organi amministrativi, di qui il doppio senso del titolo. Qui si intravedono sia la mia passione di architetto che il mio entusiasmo di giovane autore.
Nell'immediato futuro ho altri progetti. In particolare una pubblicazione con una giovane casa editrice di Palermo, una raccolta di racconti legati ad una visione tutta personale della Sicilia e di alcune sue realtà"

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Categorie: Costume e SocietàNumero di visite: 3273

Tags: alessandro corso

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