Teatro Garibaldi. Mario Incudine apre la stagione Flussi Continui

Con Barbablù, la fiaba noir in cui è il cattivo per eccellenza

Una favola antica, un racconto marcatamente noir i cui contorni rosso sangue attraggono e ripugnano. Una favola vera, immersa fra castelli incantati e chiavette magiche, amori infiniti e amori tragicamente distrutti. E' “Barbablù” la nuova produzione del Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano di Milano che vede in scena il poliedrico artista-cantastorie Mario Incudine nei panni del cattivo per eccellenza, che giovedì 5 dicembre alle ore 20.30 inaugura la stagione “Flussi continui” del Teatro Garibaldi di Enna organizzata dall'Amministrazione comunale guidata dal sindaco Maurizio Dipietro, di cui è stato direttore artistico dal 2014 alla scorsa stagione.Lo spettacolo, basato sul testo della giovane autrice ragusana Costanza Di Quattro, si avvale di una ricca colonna musicale firmata dallo stesso Incudine ed eseguita dal vivo da Antonio Vasta, mentre la regia è firmata da Moni Ovadia, con il quale da anni Incudine ha stretto un proficuo sodalizio artistico. In un luogo senza spazio, in un tempo che non c’è, Barbablù si racconta al pubblico attraverso un delirio surreale di lucida follia. Diverso da quello che la letteratura ci ha propinato negli anni, questo Barbablù si apre e si confida, racconta di essere stato e di continuare ad essere. Lui, nella sua essenza di uomo, di bambino ferito, di amante frustrato, di figlio non amato. Lui, uomo del suo tempo per ogni tempo, eterno insoddisfatto, cruento assassino, instancabile amante. Un intenso monologo che racconta la storia del cattivo per eccellenza, i setti amori vissuti – che rivivono grazie alle voci fuori campo di Marianella Bargilli, Roberta Caronia, Lella Costa, Elisa Di Dio, Mirella Mastronardi, Elisabetta Pozzi, Amanda Sandrelli, Silvia Siravo e Pamela Vil-loresi - le sette vite distrutte fino all’ultima, l’unica per la quale valeva la pena fermarsi. E non solo alla favola si attiene il racconto. La verità permea l’andamento dello spettacolo, quella storiografica di un personaggio realmente esistito, uno spietato uxoricida il cui nome echeggia ancora nel mondo sotto il ricordo fantastico di Barbablù.

«Barbablù è un topos della cultura occidentale e non solo – scrive Moni Ovadia nelle note di regia -, più e più volte raccontato a cominciare dalla favola di Perrault. La sua vicenda è stata rappresentata in molteplici forme artistiche. Questa volta la scrittrice e drammaturga Costanza Di Quattro ha scelto di rappresentarla con una scrittura intensa che alterna un’espressività cruda a momenti di lirismo nella forma di un monologo/confessione affidato ad un interprete prodigioso, che alterna la recitazione narrativa al canto, alle forme del cunto della tradizione siciliana di cui Incudine è maestro. La scelta di affidare ad un simile uomo di teatro il ruolo, orienta l’impostazione registica. Sul palco insieme al protagonista c'è Antonio Vasta, un formidabile po-listrumentista che incarna e riverbera nel suo agire musicale le emozioni, le pulsioni e i deliri, e li restituisce incessantemente con una scarna ritualità. La scena è immersa in un clima “gotico” e le donne di Barbablù sono istallazioni/simulacri ideati da Elisa Savi a significare che il femminicida per antonomasia non può concepire l’identità femminile nella sua dignità, non può pensare una relazione con il mondo femminile ma solo sottomissione ad uno schema costruito da lui in modo ossessivo nel quadro del suo inopponibile dominio. Il flusso tumultuoso della confessione di Bar-bablù - che si concede talora all’intimismo di fronte alla memoria dell’unica donna amata, Iris, bellissima, dolcissima, sottomessa, perfetta, che cionondimeno lui uccide per averla sua per sempre - si alterna a tre momenti di straniamento attraverso i quali, uscendo di scena, il “mostro” si riconosce come tale e ci ammaestra sulla cultura che genera i Barbablù, e continua a generarli».
La stagione “Flussi continui” del Teatro Garibaldi di Enna prosegue martedì 10 dicembre alle ore 20.30 con “Figlie di E.V.A.” che vede in scena Grazia Giardiello, Maria Grazia Cucinotta, Vittoria belvedere e Michela Andreozzi in una commedia divertente sulla capacità tutta femminile di allearsi, nonostante tutto.
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