In Italia ed in Europa, in ristoranti e nelle boutique gastronomiche di èlite, il suo olio va a ruba.

Vincenza Ferrara, 36 anni, non vuole essere chiamata imprenditrice, ma ecologa. Si laurea in filosofia, e si perfeziona all'università svedese di Upssala. 

Suona strano pensare che in un paese di circa 5 mila abitanti con un tasso di emigrazione e disoccupazione da fare impennare le statistiche ennesi, viva, investa i suoi soldi e per giunta esporti il suo prodotto. Ma la vita va dove vuole lei. E così, dopo avere rilevato un terreno di proprietà dei suoi genitori, abbraccia una attività che mai e poi mai avrebbe pensato di intraprendere.

"Tutto questo per non abbandonare gli ulivi del mio appezzamento",spiega.

La manager, da 4 anni, gestisce un uliveto di ” media grandezza,“ abitato da alberi secolari ed essenze più giovani.

La sua azienda che si chiama "Dora-Olio di natura" nasce dall' acquisto di un frantoio tradizionale, poi grazie ad un finanziamento dell'UE si puo' permettere un apparecchio innovativo che utilizza per produrre solo ed esclusivamente olio bio, imbottigliato, smistato in Europa, divenuto presidio slow food. La ricetta del suo successo è solo legata alla cura e all'attenzione per l’ecosistema.

L´azienda, difatti, come spiega la Ferrara “ è al 100% sostenibile sotto il profilo ambientale, in quanto si attiene agli standards di agricoltura biologica. Inoltre, viene alimentata da fonti di energia rinnovabile, con i pannelli solari ed in più ricicla tutti gli scarti di lavorazione, come biomassa e fertilizzante, per l´uliveto stesso."

Una giovane esperta in ambiente, rigorosamente hi tech che miete successi,ma rispetta la natura .Ultimo, in ordine cronologico, al Vinitaly di Verona, ma non è il solo.

Nonostante le tante standing ovation, la Ferrara non si ferma. “Per me i riconoscimenti sono buoni risultati, ma vanno sempre migliorati, dopo tanto duro e faticoso lavoro.”

Se non si cullerà di fronte  alla popolarità, vuol dire che avrà qualche sogno nel cassetto.

" Non proprio, tranne - ammette- quello di assistere ad un radicale cambiamento in Italia soprattutto in Sicilia che permetta ai giovani creativi ed innovatori di lavorare con efficienza per realizzare le loro idee.”

Proprio come lei che, anzicchè fare la valigia, salutare paese, famiglia ed amici, ha scommesso in un luogo poco conosciuto ed economicamente degradato.

“ La mia - spiega-  è un´azienda individuale. Durante il periodo di raccolta delle olive, parenti ed amici vengono a darmi una mano. Inoltre, arrivano anche tirocinanti dall´estero. Il contributo di tutti i miei collaboratori volontari è comunque fondamentale per realizzare le mie attività.”