Nel giorno del ricordo la Polizia scopre una targa in memoria di Giovanni Palatucci, morto nei campi di concentramento

Oggi ricorre l’anniversario della morte di Giovanni Palatucci, ex Questore di Fiume, perito nel 1945 nel campo di concentramento nazista di Dachau. Già “Medaglia d’Oro al Merito Civile” è stato riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato dal genocidio migliaia di ebrei italiani e stranieri. In onore del suo sacrificio questa mattina il Questore di Enna, Corrado Basile, ha scoperto un piedistallo con una targa ricordo collocato nella aiuola posta  di fronte l’edificio del Palazzo del Governo che guarda alla sede della Questura.Una cerimonia ristretta, in osservanza delle norme anticovid, alla quale hanno preso parte il Prefetto, il Sindaco, il Commissario Straordinario del Libero Consorzio Comunale di Enna, i Comandanti Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza e il Presidente dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato. 

Giovanni Palatucci, nato a Montella (AV) il 31 maggio 1909, dopo la maturità classica conseguita a Salerno nel 1928, svolse nel 1930 il servizio militare a Moncalieri (TO) come allievo ufficiale di complemento. Nel 1932 conseguì la laurea in giurisprudenza presso l’Università di Torino. Nel 1936 giurò come volontario Vice Commissario di Pubblica Sicurezza. Nel 1937 venne assegnato alla Questura di Fiume, inizialmente quale responsabile dell’Ufficio Stranieri e poi con l’incarico di Reggente della stessa Questura.

Nella sua posizione ebbe modo di conoscere l’impatto che le leggi razziali ebbero sulla popolazione ebraica. In quel contesto, cercò di fare quello che il suo ruolo gli permetteva, creando attraverso una rete di amici una strada per salvare tanti ebrei dai campi di sterminio. Un calcolo approssimativo ha stimato in più di 5.000 il numero di persone che Giovanni Palatucci aiutò a salvarsi durante tutta la sua permanenza a Fiume.

Accusato di cospirazione e intelligenza con il nemico, il 13 settembre 1944 venne arrestato dai militari tedeschi e tradotto nel carcere di Trieste. Il 22 ottobre venne trasferito nel campo di lavoro forzato di Dachau, dove morì di stenti due mesi prima della liberazione, il 10 febbraio 1945, a soli 36 anni.

In Israele, per la meritoria attività volta a salvare migliaia di persone, è stato riconosciuto “Giusto tra le Nazioni”, per la Chiesa cattolica è “Servo di Dio”, mentre la Repubblica Italiana gli ha conferito la “Medaglia d’Oro al Merito Civile”.

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