Vasi intarsiati e dipinti nella creta, coppe, calici cesellati in argento, arredamenti mondani di salotti di potenti signori.
Sono i tesori sottratti ad un pezzo di storia che appartiene alla Sicilia.
Reperti trafugati, in cambio di pochi spiccioli, inseriti nei circuiti internazionali dei mercanti e da lì destinati alle teche di tutto il mondo, dopo itinerari che ad ogni tappa decuplicano il valore dei pezzi.
Tesori che ci sono, ma non si vedono, così come ha sempre asserito l 'archeologo Malcom Bell, insegnante presso la Virginia University e siciliano di adozione, visto che ha trascorso una buona fetta della sua vita nel territorio ennese.
A lui si deve il rinvenimento di Morgantina, il villaggio di epoca greca, definito la scoperta più interessante del Novecento.
Il tesoro di Morgantina risalirebbe a 26 o 27 secoli addietro e appartiene ad una civiltà autoctona.
Tutto a Morgantina è storia.
Se ti siedi su un masso, sicuramente risale all' epoca protostorica, quando la tribù italica dei Morgeti si insediò nella zona, dando così il nome alla città che poi venne chiamata la Pompei del Sud,con oltre 2 mila e 500 anni, di vita ma poco più di 55 di notorietà,grazie a circa 20 campagne di scavi.
Morgantina non è un monumento, un semplice arredo urbano, ma una intera città, con strade, uffici, oggetti.
Oggi numerosi di questi reperti si trovano anche al Louvre di Parigi o nei nei musei Asiatici.
Si perché gli archeologi devono fare i conti anche con collezionisti giapponesi e cinesi,negli ultimi decenni in stretto contatto con i maggiori antiquari internazionali.
Facile saccheggiare, nel corso degli anni passati, a Morgantina i arrivava di notte, quando il lavoro dei ricercatori si fermava, ed il gioco era fatto.
Risale ad oltre un decennio addietro il ritrovamento di una moneta, ma non era antica.
Si tratta delle vecchie lire,cadute inavvertitamente dalla tasca di un tombarolo, nel corso di una delle sue missioni notturne.
Anche questa è una testimonianza di un mercato illecito, però così florido trova sempre spazi e modi per incrementare un commercio sotterraneo di cui neanche chi trova per primo i reperti comprende il loro valore così assoluto.