Tour a Regalbuto. Da non perdere l' Organo del Duomo e il tesoro della cripta di San Rocco

La Chiesa Madre dedicata a San Basilio preziosa testimonianza del barocco siciliano

Lontano dalla classiche mete turistiche, ma unica e ricca di contenuti, Regalbuto offre uno scenario suggestivo per via delle molteplici caratteristiche, architettoniche, storiche, artistiche e museali. Interessante centro dell’entroterra della Sicilia orientale, fu ricostruito da Manfredi dopo la distruzione ad opera dei centuripini nel 1261. E' un'esperienza emozionale addentrarsi nel centro storico di origine medievale, ricco di stradine, vicoli e cortili che richiamano le origine arabe, fondatori del paese. Tra le architetture più interessanti della città spicca la Chiesa Madre dedicata a San Basilio, quale preziosa testimonianza del barocco siciliano. L’edificio sacro svetta maestoso ed imponente nel cuore del centro storico. La sua costruzione risale all’inizio del ‘700, secondo lo stile barocco del secolo XVIII, su una preesistente chiesa del 1500, annessa ad un piccolo monastero di monaci basiliani greco-bizantini. Più tardi fu affiancata l’alta torre campanaria di forma piramidale (alta circa 50 m.) realizzata negli anni dal 1733 al 1744. A prescindere dalla valenza architettonica e artistica dei suoi contenuti, merita una vista almeno per due motivi di grande interesse, il primo legato alla presenza di un magnifico organo costruito da don Donato Del Piano, il secondo il tesoro della cripta di San Rocco, chiesetta attigua, connessa alla chiesa madre. Costruito nel 1767, quest’organo fu il primo in Italia con consolles multiple, tre per l’esattezza, che consentivano esecuzioni multiple con tre organisti contemporaneamente. Esso è veramente imponente: le canne di facciata sono 37 di cui 8 mute e 29 suonanti, divise in 5 campate ad ali convergenti al centro e cuspidi; le otto canne mute sono ripartite in due gruppi di quattro agli estremi della facciata. La tastiera, ottocentesca, conta 66 tasti, mentre la pedaliera è del tipo “alla siciliana” con leve sporgenti dalla cassa e 12 pedali. I registri dell’organo sono comandati da un fila verticale di pomelli e tiranti metallici a sinistra della tastiera, da una fila verticale di pomelli e tiranti lignei a destra della tastiera e da due pedali lignei a destra della pedaliera. Il tesoro della cripta di San Rocco, patrimonio inedito da poco studiato e catalogato, contiene, oltre a suppellettili liturgiche del periodo manierista e neoclassico, alcuni manufatti d’argento tra i più pregiati della Sicilia. Tra questi spicca un reliquiario di San Vito, opera del più famoso argentiere siciliano del ‘500 e un’opera scultorea in argento di Filippo Juvarra. La chiesa all’interno è formata da un’unica navata con pianta a doppia croce greca di tipo basilicale. Le sue pareti bianche sono decorate con fregi a stucco dorati e con opere e dipinti di grande valore, espressione dello stile rocaille sviluppatosi in Francia durante il regno di Luigi XV.  Nel transetto di sinistra è posto il sontuoso altare di marmo rosso venato dedicato a Sant’Agata con la statua lignea di San Vito, opera di Giuseppe Picano.  Nel transetto a destra si trova l’Altare del SS. Sacramento con il quadro ottocentesco del Sacro Cuore da alcuni attribuito al pittore catanese Michele Rapisardi, grande esponente del romanticismo. Altrettanto interessanti le tele sugli altari minori, quali San Basilio, Apostoli Pietro e Paolo di autori sconosciuti e i 14 quadri della Via Crucis. Il quadro della Sacra Famiglia, per il suo stile, è stato attribuito ad un allievo di Gherardo Delle Notti, noto pittore olandese. La chiesa conserva le Relique di San Vito, contenute in un’arca d’argento del 1547. Il pregiato pavimento è di marmi policromi che formano vasti disegni geometrici e risale al 1886. Anche in sagrestia si conservano altre opere d’arte di pregio come il quadro della SS. Trinità con San Giovanni de Mata che riscatta gli schiavi e il Crocifisso ligneo del quattrocento, proveniente dalla chiesetta rurale del Crocifisso.


 

 

 

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Categorie: I ComuniNumero di visite: 1551

Tags: duomo di regalbuto filippo juvarra

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