La Commissione parlamentare d'inchiesta passa a setaccio il ciclo dei rifiuti nella Sicilia centrale

Venerdì 14 febbraio l'incontro conclusivo alla Prefettura di Enna

La Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti è in Sicilia per proseguire il suo lavoro di approfondimento sulla depurazione delle acque reflue  nella regione. Questa seconda missione, cominciata mercoledì 12 febbraio, si concentra sulla parte centrale dell’isola. Tra il 12 e il 13 febbraio, la Commissione ha svolto sopralluoghi nei depuratori di Ragusa, di Macchitella, del petrolchimico di Gela e di Enna. Nel pomeriggio del 12 febbraio, la Commissione ha audito il Procuratore della Repubblica di Ragusa Fabio D’Anna, di Caltanissetta Amedeo Bertone, di Gela Fernando Asaro e di Enna Massimo Palmeri con il sostituto Orazio Longo. I siti oggetto di sopralluogo sono interessati da procedimenti giudiziari o indagini. Inoltre, i depuratori di Ragusa, Macchitella (Gela) ed Enna sono tra gli impianti afferenti ad agglomerati colpiti da procedure di infrazione europee. Il procuratore D’Anna ha riferito in merito ai procedimenti penali presso la procura di Ragusa sul tema della depurazione. L’audito ha spiegato che a seguito dell’approvazione della legge 68/2015 sugli ecoreati si è registrato un proliferare di segnalazioni e informative da parte degli organi di controllo. Successivamente, secondo quanto riferito, a causa di problemi logistici e di organico la Procura non è riuscita a a svolgere altre indagini specifiche sul tema. L’audito ha inoltre riferito che il procedimento avente ad oggetto illeciti ambientali legati al depuratore di Ragusa in contrada Lusia è ancora in fase di trattazione e a giugno dovrebbe essere avviata la discussione. Il procuratore Bertone ha riferito in merito ai procedimenti sul trattamento delle acque reflue. In particolare, l’audizione si è concentrata su un’inchiesta riguardante l’inquinamento causato dalla cattiva gestione di oltre venti depuratori comunali. L’audito ha spiegato che il procedimento è parzialmente definito con il patteggiamento scelto dalla società che gestiva e gestisce il servizio idrico integrato Caltaqua e degli amministratori della società. È invece pendente il giudizio per alcuni funzionari pubblici, sia della Regione sia dell’Ato, indagati secondo quanto riferito per i delitti di falso, rivelazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio e truffa aggravata tentata ai danni della Regione Siciliana. L’audito ha, inoltre, fornito informazioni rispetto a un procedimento sugli scarichi abusivi di autolavaggi e frantoi: secondo quanto riferito, in primo grado il tribunale ha valutato la non punibilità per la ridotta portata lesiva di queste attività. La procura ha proposto ricorso, ed il giudizio d’appello è ancora pendente. Il procuratore Asaro ha riferito in merito alle attività di indagine riguardanti il petrolchimico di Gela. L’audito ha riferito che è in corso il processo in cui sono imputati oltre 20 soggetti responsabili degli impianti industriali del petrolchimico per disastro innominato. Secondo quanto riferito, tra le contestazioni della Procura c’è anche il difetto di funzionamento del sistema di depurazione delle acque industriali, parte della barriera per la bonifica della falda. L’audito ha spiegato che da maggio 2019 sono stati svolti, in contraddittorio con il gruppo Eni, accertamenti tecnici per valutare il reale funzionamento degli impianti di depurazione Taf e Tas, nell’ambito di indagini più generali e ancora in corso riguardanti anche la barriera. Asaro ha inoltre sottolineato come le bonifiche e il piano di caratterizzazione del Sin di Gela non abbiano avuto pieno sviluppo. L’audito ha infine riferito che sono in corso indagini sul depuratore di Macchitella. Il procuratore Palmeri e il sostituto Longo hanno riferito che sono in corso indagini sui 32 depuratori della provincia di Enna, con delega di polizia giudiziaria conferita ai Carabinieri Noe di Palermo. I rappresentanti di Arpa Sicilia hanno fornito informazioni sulla situazione dei depuratori nelle province di Enna, Caltanissetta e Ragusa. Stando a quanto riferito, le criticità più comuni, oltre al fatto che gran parte degli impianti opera senza autorizzazione allo scarico in corso di validità, riguardano il sottodimensionamento dei depuratori, il supermeramento dei limiti di legge per quanto riguarda gli scarichi di reflui depurati e la gestione dei fanghi, che in diversi casi tracimano nei corpi recettori. I rappresentanti di Arpa hanno inoltre riferito che, in base a un’interpretazione normativa applicata dalla Regione Siciliana, l’amministrazione regionale rilascia autorizzazioni allo scarico per impianti di depurazione senza porre limiti per i parametri critici di fosforo e ammoniaca che spesso superano i limiti tabellari. Ai sopralluoghi e alle audizioni hanno partecipato, insieme al presidente, la deputata Caterina Licatini (M5S) e i senatori Luca Briziarelli (Lega), Pietro Lorefice (M5S) e Fabrizio Trentacoste (M5S). Nel pomeriggio del 13 febbraio saranno auditi il sindaco di Gela e i sindaci e i commissari straordinari dei Liberi Consorzi comunali di Enna, Caltanissetta e Ragusa, oltre al responsabile tecnico del depuratore di Ragusa. «Questi primi due giorni di missione ci hanno dato l’opportunità di continuare ad approfondire le criticità principali della depurazione in Sicilia: malfunzionamenti, problemi gestionali, scarichi oltre i limiti di legge, impianti sottodimensionati, cattiva gestione dei fanghi», dichiara il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli. «In una situazione così drammatica, attraverso le audizioni ho potuto però rendermi conto degli impatti positivi della legge 68 sugli ecoreati. Ascoltando i procuratori ho potuto, infatti, constatare come questa norma, che mi ha visto tra i primi firmatari e sulla cui applicazione la Commissione ha svolto e continua a svolgere un monitoraggio, abbia dato impulso ai controlli in ambito ambientale e messo nelle mani degli inquirenti nuovi strumenti per perseguire gli ecoreati”, conclude il presidente Vignaroli.

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