Si è concluso con un accordo l'incontro tenutosi in Prefettura a Enna dopo l'occupazione dell'impianto di potabilizzazione della diga Ancipa. Come è noto la protesta, guidata dai Sindaci di cinque comuni ennesi Ancipa dipendenti e dal deputato regionale, l'onorevole Fabio Venezia, ha avuto come conseguenza l'interruzione dell'erogazione dell'acqua verso Caltanissetta e San Cataldo. La protesta prende le mosse dal precedente accordo siglato nei primi giorni del mese di novembre, che destina le scorte idriche dell'Ancipa esclusivamente ai cinque comuni ennesi perchè senza fonti alternative di approvvigionamento. Gli abitanti coinvolti sono 26 mila. Aver continuato la distribuzione a Caltanissetta e San Cataldo ha innescato la protesta culminata con l'occupazione del depuratore della diga e con la chiusura della condotta Ancipa bassa da parte dei Sindaci ennesi. Non è tardata la reazione del gestore Siciliacque, che ha denunciato l'occupazione e segnalato presunti atti di sabotaggio.
Le piogge di questi ultimi giorni hanno innalzato il livello dell'acqua della diga di oltre 80 centimetri per cui le parti hanno raggiunto un compromesso che prevede:
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Erogazione alternata : per tre giorni l'acqua dell'Ancipa sarà destinata a Caltanissetta e San Cataldo, consentendo il riempimento dei serbatoi locali; nei successivi tre giorni, l'erogazione sarà rivolta ai cinque comuni ennesi.
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Clausola di salvaguardia : se il livello dell'acqua della diga scenderà sotto i 500.000 metri cubi, l'erogazione verso il Nisseno sarà sospesa per garantire le risorse ai comuni ennesi, completamente dipendenti dall'Ancipa.
Questa misura dovrebbe ridurre le attuali turnazioni, che impongono forniture idriche ogni 6-7 giorni nei centri interessati.
Con l'intesa ormai prossima alla formalizzazione, l'occupazione del depuratore dovrebbe concludersi già in giornata. Inoltre, entro pochi giorni si completerà una nuova condotta che potrebbe migliorare la distribuzione idrica nel nisseno. Nonostante l'accordo, la situazione rimane precaria, evidenziando la fragilità di un sistema che deve bilanciare le esigenze di due territori in lotta per una risorsa essenziale e sempre più scarsa: l'acqua.