Province. Per il segretario provinciale CNA Stefano Rizzo “Bene le Province, ma occorre sedersi tutti assieme per lo sviluppo dell’Area Vasta”

Dopo il dibattito sollecitato con i parlamentari è la volta delle organizzazioni territoriali

Il dibattito sulla reintroduzione delle Province si fa sempre più interessante e dopo le rappresentanza parlamentari ecco il mondo dell’associazionismo delle imprese. Stefano Rizzo segretario provinciale Cna Enna vede di buon occhio il ritorno delle province, ma con una nuova visione culturale e strategica.

Come vede la prossima reintroduzione delle Province in Sicilia?

“Il DL sulle Province è un’ottima notizia. Tornare ad avere un ente di area vasta con competenze e servizi è di per sé una cosa buona, ma la cosa che mi sembra più importante è il fatto di avere una istituzione che torni a pensare una strategia di sviluppo comune. Averle sacrificate per dare soddisfazione alla pancia di chi voleva colpire la politica e i politici è stato un errore. Le abbiamo cancellate senza interrogarci su chi avrebbe garantito i servizi e soprattutto senza costruire una alternativa istituzionale allo sviluppo di area vasta. Speriamo che ci si ravveda e il DL riesca ad essere approvato senza problemi, sperando che i venti dell’antipolitica non tornino a soffiare da un momento all’altro. 

Con la cancellazione delle Province, e con l'introduzione del prelievo forzoso, il territorio ennese è stato uno dei più penalizzati.

“Questo territorio, per le sue caratteristiche è stato tra i più danneggiati. Sia per i servizi che la Provincia garantiva, come la viabilità che in territori a bassa densità è fondamentale, ma sottolineo ancora una volta per l’assenza di una strategia di sviluppo comune che la Provincia in un modo o nell’altro garantiva annoverando anche successi enormi, l’Università su tutti. Su temi come quello dello sviluppo del manifatturiero, dell’area industriale di Dittaino, delle Zes, per mesi e mesi siamo rimasti al buio. Senza la Provincia, con la Camera di Commercio che è diventata una succursale di Palermo e le aree industriali, succursali dell’IRSAP regionale, non abbiamo dati per sapere cosa è rimasto in piedi. Dopo mesi abbiamo scoperto che la ZES non può estendersi a nuove aree per problemi burocratici, annosi, che ci sono investimenti fermi da mesi e se non fosse stato per la sensibilità della Prefettura che si è fatta carico di questo problema noi non avremmo neanche preso coscienza della situazione.” 

Occorrerà comunque una nuova organizzazione senza creare doppioni inutili. 

“Abbiamo dato la stura ad una pletora di micro ragionamenti sullo sviluppo locale. Più i processi diventano globali e ad alto tasso di innovazione, più si assiste a risposte campanilistiche, che spesso rispondono alle esigenze di quartieri. Non è possibile ritrovarsi, un Sindaco o un Assessore che ha sempre una strategia diversa da quello accanto. I comuni del Rocca di Cerere UNESCO Global Geopark hanno il riconoscimento dell’UNESCO dal 2015 e ancora sentiamo Assessori e Sindaci che devono chiedere un nuovo riconoscimento invece di potenziare quello che c’è. Ora hanno anche 400 mila euro per ogni comune che ricade in area Geopark, speriamo si abbia il buon senso di impiegarlo in una logica di sviluppo comune. Oppure basta guardare quanto è successo con la programmazione dei fondi territorializzati. Nella nuova Agenda Urbana, il Comune di Enna ha una strategia comune con sei comuni della provincia di Caltanissetta. Aidone, Piazza Armerina, Pietraperzia e Barrafranca sono in una aggregazione con altri 30 comuni del Centro Sicilia e tutti gli altri sono a fare un Area Interna. Ma che tipo di Strategia si potrà mai sviluppare in questo modo? E per tutto quello che va oltre quello che non sarà incentivato da questi fondi che si fa? Io capisco che per alcuni temi, alcune omogeneità territoriali possano trovare soluzioni su aggregazioni variabili ma occorre una regia e un filo comune.” 

C'è un fatto culturale, quindi?

“La Provincia sarà uno strumento in più ma non basta. Nessuno pensi che senza cambiare mentalità la Provincia da sola risolverà il problema. Occorre che tutte le forze economiche e sociali del territorio, assieme alla politica tornino a porre il tema dello sviluppo dell’Area Vasta, che capiscano che è il momento di scelte su cui tutti dobbiamo impegnarci a fare la nostra parte. Il nuovo Governo della Provincia, speriamo al più presto, dovrebbe chiamare tutti ad un nuovo patto economico e sociale del territorio. Non vedo chi altro potrebbe svolgere questo ruolo. Ci chiedono filiere integrate, distretti accordi di cooperazione territoriali e noi rispondiamo con improvvisazione e spesso non rispondiamo affatto. Quando un sistema economico va indietro lo fa con costante pigrizia.” 

E le Imprese? Come bisognerà incentivarle?

“Le imprese chiudono, emigra la forza lavoro più interessante, le comunità più fragili perdono intere generazioni, il sistema dei servizi più innovativi si sposta su altri territori, gli enti si accorpano. Il territorio non attrae più. Si deve costruire un sistema di servizi adeguato per tornare ad essere attrattivi. Una burocrazia veloce, servizi adeguati, un sistema della formazione integrato, serve ri-organizzare le filiere e ri-centrarle geograficamente. Tutti questi strumenti, necessari per reagire al declino chiedono uno sforzo coordinato , sinergico e maturo.”

 

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Categorie: La Provincia, PoliticaNumero di visite: 334

Tags: Province Cna stefano rizzo

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