Province: Per l'onorevole Fabio Venezia “ Servono trasferimenti straordinari per far ripartire i servizi essenziali. Ma serve anche un piano di assunzioni"

Il giudizio è bipartisan "Bene il ritorno della rappresentatività politica ma sono necessarie risorse per far ripartire gli enti intermerdi

Con l'intervista all'onorevole, Fabio Venezia si conclude questo primo giro di opinioni che ha riguardato la rappresentanza parlamentare ennese, nazionale e regionale, sulla reintroduzione delle Province il cui disegno di legge, approvato dalla Giunta Schifani dovrà approdare in commissione prima ed in aula poi per il voto finale.

Oggi assistiamo a un ritorno di fiamma per le ex Province. Dieci anni fa bersaglio di una politica che le ha barattate dandole in pasto all’opinione pubblica, che bramava la loro cancellazione, quale soluzione a tutti i problemi del Paese, con in testa il Governatore Crocetta che se ne fece paladino e le inabissò per primo. Oggi le Province sono ridotte a brandelli, lasciando macerie nei territori. Forse ci si è resi conto che un ente intermedio è indispensabile quale collettore tra i Comuni e la Regione? 
“In un territorio come il nostro, che negli ultimi anni ha sofferto processi di spopolamento e impoverimento del tessuto produttivo, la Provincia in passato ha esercitato un ruolo importante per l’attività di pianificazione strategica e per lo sviluppo territoriale. Il vuoto di questi anni ha fatto comprendere non solo alla politica, ma anche all’opinione pubblica l’importanza dell’ente intermedio. Il protagonismo degli enti locali da solo non basta per costruire modelli di sviluppo territoriale che superino i confini municipalisti.” 
Le Province di fatto non furono abolite, furono soltanto depredate dalle risorse con scellerati tagli orizzontali privandole della loro identità istituzionale. Chi è rimasto ha dovuto fare i conti con l’indifferenza e con un silenzio assordante che ha reso la sopravvivenza di questi Enti quasi un fatto eroico. Ora bisogna ricominciare da zero con la elezione diretta di Presidente e consiglio Provinciale e poi passare subito alla macchina organizzativa oggi in grosso affanno e terribilmente carente.   Troppo pochi i dipendenti rimasti, e troppe le sfide a cui questi Enti sono chiamati, prima fra tutti la grossa opportunità offerta dal Pnrr. Come si fa a ricominciare senza risorse?

“Il mio primo disegno di legge, presentato nei giorni successivi all’insediamento all’ARS, è stato quello relativo proprio all’elezione diretta nel Liberi Consorzi. Volevano accendere i riflettori su questo tema politico dopo anni di silenzio assordante. Ma accanto al tema della rappresentanza politica non è secondario quello delle risorse finanziarie. Servono trasferimenti straordinari per far ripartire i servizi essenziali. Ma serve anche procedere con un piano di assunzioni che sia funzionale alle nuove sfide dell’ente intermedio, a partire dalle opportunità offerte dal PNRR e dalla nuova programmazione 2021-2027. Serve, infine, mettere in piedi un parco progetti adeguato che punti anzitutto al miglioramento della viabilità secondaria attraverso interventi strutturali.” 

L’Ente ha salutato positivamente il ritorno della rappresentanza politica ma tutto ciò potrebbe risultare vano se le Province non vengono liberate da quel fardello che si chiama prelievo forzoso, istituito come contributo alla spesa pubblica. Lo Stato in questi anni ha preteso da questi Enti, disastrati, molti dei quali caduti in default, un contributo spropositato e irrazionale. La Provincia di Enna ha contribuito e continua a farlo con un prelievo di 10 milioni di euro, che in alcuni anni ha superato di fatto l’ammontare del bilancio complessivo, tanto che è stato impossibile chiuderlo. Cancellarlo, o quanto meno ridurlo riparametrandolo alle concrete e reali entrate, di ciascuna provincia, derivanti dalle Rca sarebbe fondamentale prima che si attivi l’iter parlamentare. Ritiene di rappresentare questo problema?

Certamente. L’abolizione o, in alternativa, la riparametrazione del cosiddetto prelievo forzoso è una tappa fondamentale per far ripartire i Liberi Consorzi. Ma il lavoro più complesso sarà quello di ridare nuove funzioni all’ente intermedio. Non soltanto sul piano dei servizi da erogare ai cittadini, ma soprattutto per quanto riguarda l’attività di pianificazione e programmazione territoriale.” 

I dipendenti delle Province chiedono di avviare un tavolo coinvolgendo la rappresentanza politica e sindacale per evitare di trovarsi con un altro pasticcio e per risolvere le tante criticità che in questi anni sono venute alla luce. Promuovere una iniziativa che parta dalla Provincia più piccola coinvolgendo tutte le altre sarebbe auspicabile? Il nostro territorio d'altronde in passato ha ampiamente dimostrato di sapere  essere compatto a difesa del territorio.

“Sarebbe non solo auspicabile ma anche necessario. Ci sono tante criticità ancora non risolte che riguardano il personale e più in generale l’apparato burocratico. Per quanto mi riguarda il metodo del confronto e della concertazione ha da sempre accompagnato il mio impegno politico e amministrativo e adesso anche parlamentare. E quindi non mancherà il mio supporto in questa direzione.”

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