La Granfonte. Capolavoro barocco nel cuore della Sicilia

Chiamata “vintiquattro cannola” per via delle 24 cannelle bronzee che riversano da sempre acqua freschissima nella vasca sottostante

A Leonforte si trova la Granfonte, una delle più belle ed imponenti fontane barocche di tutta la Sicilia, comunemente chiamata “vintiquattro cannola” per via delle 24 cannelle bronzee che riversano la loro acqua nella vasca sottostante. Si trova, nel cuore della Sicilia tra le colline ennesi, all'interno del paese e si presenta agli occhi dei visitatori in tutta la sua imponenza e straordinaria bellezza architettonica con la sua forma simmetrica che si estende per 24 metri. Dalle 24 cannelle in bronzo sgorga ininterrottamente, tranne il Venerdì Santo in segno di lutto per la morte del Cristo, acqua di sorgente freschissima che si versa direttamente nella lunga vasca rettangolare. E' un luogo identitario della cittadina di Leonforte, come lo è il suono che diffonde. Anticamente adibita ad abbeverare le mandrie ed i muli di ritorno dalla campagna, oggi la cittadinanza preleva l'acqua fresca e potabile. Il prestigioso monumento, costruito sulla preesistente fonte di Tavi per volere del Principe Nicolò Branciforti, si incastona nel luogo, come una cinta ideale sulla valle dalla quale si intravede, attraverso le feritoie, il paesaggio tipico delle colline ennesi. Presenta un prospetto raccordato ai lati con due volute e con tre alzate timpanate decorate con bassorilievi. A progettare la Granfonte fu il noto architetto palermitano Mariano Smiriglio che, si ispirò ad una fontana di Amsterdam rifacendosi alle incisioni di artisti fiamminghi che all’epoca erano molto diffuse nell’Isola. Per la costruzione venne utilizzata una particolare pietra dorata che ne risalta la maestosa struttura con le sue caratteristiche arcatelle a tutto sesto coronate da un frontone che riporta lo stemma nobiliare dei Branciforti. Costituiva il luogo abituale di riunione della popolazione e, con le sue ventiquattro cannelle, fungeva da abbeveratoio e lavatoio pubblico e alimentava le numerose fontane dell'Orto Botanico. A ridosso della Granfonte, un canale delle acque di scolo della fontana assume la forma di lavatoio utilizzato a tale scopo fino alla metà del '900. Qui, entrando dalla attigua Porta Garibaldi, accorrevano le massaie che in tal modo avevano a disposizione acqua corrente in abbondanza, solidi "pilieri" di pietra e massi sui quali fare asciugare al sole gli indumenti. 

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Categorie: I Comuni, LeonforteNumero di visite: 2487

Tags: Leonforte granfonte Nicolò Branciforti

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