“Metti una sera una cena in cella: pillole di cucina per cuochi mancati”. E' questo il titolo del corso di cucina che si è tenuto al carcere di Piazza Armerina. Un percorso di odori e sapori guidati da Pierelisa Rizzo, giornalista e appassionata di cucina. 10 lezioni dedicati a 6 ospiti del carcere per imparare a maneggiare le materie prime, usare le spezie, sperimentare nuovi piatti e riscoprire quelli della tradizione. Nella cucina, allestita in una delle stanze del carcere, i detenuti hanno formato una vera e propria batteria di cucina, imparando a lavorare tutti assieme, come una vera e propria squadra. Sotto l’attenta guida del direttore della Casa Circondariale di Piazza Armerina, Antonio Gelardi e degli educatori, Ivana La Rocca e Gianni Giannone e con la collaborazione degli agenti della Polizia Penitenziaria, comandati da Salvatore Puglisi ,è stato possibile realizzare il corso per dare un’opportunità in più di socializzazione ai ristretti. Impossibile, invece, organizzare un evento di chiusura, date le norme anti covid. Per cui, generosamente, i detenuti corsisti hanno pensato di realizzare i dolci per tutti gli ospiti del carcere, regalando loro un momento di dolcezza. “E’ stata una bella esperienza- dice Pierelisa Rizzo- Credo che, proprio di questi tempi, bisogna ricominciare ad imparare il rispetto per le materie prime. Chi maneggia gli alimenti ha una grande responsabilità perchè ricordiamoci che il cibo è Vita. Durante il corso, ci siamo anche divertiti, cucinando assieme, e abbiamo scoperto come realizzare molti piatti con i mezzi di fortuna che si posseggono in cella. D’altro canto il carcere è il luogo per antonomasia dove si sperimenta l’arte di arrangiarsi”.