Lu Signuri di li fasci

Settimana Santa a Pietraperzia

Una delle commemorazioni più rappresentative e caratteristiche in Sicilia, nel periodo pasquale, è la processione del Venerdì Santo nella cittadina di Pietraperzia, facente parte delle eredità immateriali della Regione Siciliana; il venerdì precedente si è svolta quella suggestiva dell'Addolorata. Il fulcro di tutta la rappresentazione sta nella grande trave di legno, circa 9 metri di altezza, inserita in una base cubica di cipresso che la sostiene, detta “Vara”. Verso il tramonto viene deposta all'esterno della chiesa e ad essa si appone una struttura metallica circolare. Da quel momento, con afflusso continuo e permeato da profonda religiosità collettiva, la popolazione si avvicina e ognuno annoda al cerchio una lunga striscia bianca. Le fasce raggiungeranno alla fine il numero di 200.  Poco prima dell'inizio della processione è posto sulla sommità l'antico e prezioso crocifisso che con rituale antico, viene prima passato di mano in mano dai confrati disposti a catena di fronte alla chiesa del Carmine Ai piedi del Cristo è posto un globo dai vetri policromi, poi illuminato, simbolo del mondo e delle sue diversità (foto 4),in questo momento storico, fonte e spunto quanto mai attuale di riflessione. Alle ore 20,00, appena un confrate designato batte tre colpi sulla VARA, la croce improvvisamente viene innalzata e si trasforma in una montagna bianca innevata, al cui vertice domina il Cristo; la fluorescenza data dal riflesso delle lampade impiantate sull'asse verticale dà veramente la sensazione di un avvenimento improvviso e miracoloso. La perfetta riuscita sincronica dell'innalzamento è vista come simbolo beneagurante per tutta la collettività. Segue, a processione avviata, l'Urna con il Cristo morto e il fercolo dell'Addolorata portati dai confrati. Pietraperzia, specie in questo periodo, è dunque un gioiello dell'entroterra siciliano da scoprire e da cui restare affascinati perché tanti sono, oltre ai riti legati alla Settimana Santa, gli spunti e le suggestioni che possono invitare il turista a scoprire questi luoghi (foto 5). Il turismo, nei piccoli centri come questo, è scoperta di storia, cultura, ospitalità e vitalità di tessuto sociale. Perdendosi senza fretta tra i vicoli della cittadina e il territorio circostante, vengono alla luce cucina e artigianato, spazi incontaminati e tradizioni che non sarà facile dimenticare e che mostrano il volto di una Sicilia accogliente e autentica. Prima tappa è certamente la visita al Castello costruito dai normanni al seguito del conte Ruggero tra il 1072 e il 1088 e poi assegnato con investitura feudale al milite francese Abbon de Barrès, la cui discendenza si schierò sempre con gli Angioini (foto 6-6a). Quanto rimane è interessante da visitare in quanto si tratta di uno dei maggiori esempi di architettura castellana in Sicilia. Notevole artisticamente è anche la Chiesa cinquecentesca di Santa Maria Maggiore (foto 7) in cui si trova il dipinto “ La Vergine in Gloria” di Filippo Paladini (1544-1614) e i sarcofagi dei nobili feudatari Barresi che abitarono il castello; al di sotto si trova la chiesa della Cateva o Caterva, in origine cripta greco bizantina,in cui è conservato un prezioso crocifisso proprio di epoca bizantina in oro zecchino; il sito è visitabile per tutto il mese di maggio (foto 8-9). Altro sito interessante è (a quattro chilometri dal centro), il Santuario della Madonna della Cava, di cui si trova dipinta l'immagine su lastra di pietra (1223), visitabile dal mese di maggio al mese di settembre (foto 10). Molti altri spunti per itinerari interessanti possono inoltre essere consigliati dagli uffici comunali, tenendo allo stesso tempo presente che le strutture ricettive, i bar e i punti di ristorazione sono in grado di soddisfare le più svariate esigenze turistiche. Si ringrazia Antonio Caffo per le foto e le preziose notizie storiche gentilmente fornite. Foto panorama Pietraperzia e castello Barresi a cura dell'Infopoint Turismo - Libero Consorzio Comunale di Enna

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