Province. La legge rinviata al 16 luglio.Vergogna!

Ardizzone aveva promesso:il 30 giugno la riforma in aula

La politica? Attendibile ? Veritiera? Ma quando mai!  Ci eravamo tanto illusi lo scorso 23 giugno, in occasione dell’affollato sciopero  a carattere regionale di tutti i dipendenti delle ex Province,che si sono ritrovati a Palermo.

 E’ stato proprio il presidente dell’Ars, Ardizzone, con il presidente della Commissione Affari istituzionali, Cracolici, a rassicurare, una delegazione ricevuta da loro, proprio in quella giornata sulla discussione del disegno di legge sul riordino degli Enti di secondo livello. 

Questo non avrebbe comportato di certo la soluzione di tutte le problematiche, ma sarebbe stato un passo avanti per un iter dal sapore più politico che amministrativo.

Successivamente, difatti  dall'Ars sarebbe partita la richiesta di una trattativa con il Governo centrale per apportare modifiche e variazioni alla normativa, in cambio di una semplice richiesta: chiudere i bilanci annuali e non prevederne, come attualmente viene imposto,l a chiusura triennale. 

E invece ieri pomeriggio, il coup de foudre. Rinviati i lavori al prossimo 16 luglio.

A questo punto la profezia del deputato Fernandelli comincia a prendere corpo. “State sereni- andava dicendo la settimana scorsa - la riforma non andrà in aula prima dell’autunno.”

 Nessuno ha voluto  ascoltare il suo convincimento, ma se il deputato del Pd avesse ragione?

Lo scenario sarebbe a dir poco devastante. A casa, senza nessun possibilità di répechage i contrattisti.

Niente scuole, servizi ai disabili e strade. E, invece,  via ai licenziamenti dei dipendenti pubblici. Questo il quadro che purtroppo va delineandosi a tinte sempre più chiare.

A questo punto le colpe sarebbero da addossare ai politici regionali  perché da loro dovrebbe partire l’input per l’apertura di un dialogo con il premier Renzi.

E' ormai alle porte la pausa estiva dell’Ars. Come prevede la legge, difatti, i deputati non solo hanno il diritto a  riposarsi  dalle proverbiali fatiche di un anno intenso di lavori, ma (forse non tutti lo sanno) riceveranno  pure un benefit per le vacanze. Questo perchè se, avessero necessità di un aiutino economico, visto il loro magro stipendio la Regione interviene al fine di consentire un viaggio, una vacanza al mare, insomma un legittimo regalino a chi, in verità,  non ne elargisce poi tanti cadeaux alla Sicilia.

Per ritornare con i piedi per terra, a complicare questo impasse,il litigio a  mezzo stampa,dei giorni scorsi, tra il presidente della Regione, Crocetta ed il rappresentante di Renzi in Sicilia, Davide Faraone.

Pare che lo strappo non si possa ricucire. E allora?

 Certo non si starà a guardare. In queste ore il commissario straordinario dell’Ente, Pietro Lo Monaco, incontrerà il neo assessore agli Enti locali, Giovanni Pistorio.  Dal confronto dovrebbe scaturire una data per fissare la riunione con i 9 commissari dell’Isola.

 Ma il nodo centrale resta: se non c’è la legge,  primo tassello di una lunga serie, tutti, utenti e dipendenti, avranno ricadute seriamente compromettenti per il futuro lavorativo, occupazionale e in ordine all’erogazione di servizi essenziali per i territori siciliani.

 

 

 

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