Nell'uovo di Pasqua (brutte)sorprese

Finanziaria al lumicino. Le Province in default

Niente sorprese in questa Pasqua che anticipa uno dei momenti più bui per la Sicilia.

Con i drastici tagli del Governo nazionale, la Regione Siciliana non potrà garantire più nulla, se non le spese strettamente essenziali.

 In questo contesto di impasse economica, ma anche politica, entra a pieno titolo la legge sulle Province, da circa un mese e mezzo al vaglio della prima Commissione "Affari istituzionali" che ha indetto audizioni, riunioni,  ha vagliato emendamenti, ma poi, a quanto si dice nei corridoi di palazzo dei Normanni, tutto si sarebbe rivelato solo una perdita di tempo, ovvero:carta straccia.

Prende, difatti, sempre più corpo la decisione di approvare in tempi stretti, si parla della settimana dopo Pasqua, la legge Delrio, mandando in frantumi il lavoro di parlamentari, addetti ai lavori, funzionari. 

Ma non sarebbe la prima volta, se tutto avesse un epilogo roseo.

I dossier del bilancio  regionale,invece, non solo non parla di personale delle ex Province, ma solo di  tagli, tagli, sempre tagli.

 Se tutto resta confermato, già da fine maggio il personale  contrattista non sarà più' prorogato, così come i forestali e i lavoratori delle partecipate.

 E così tutti rischiano lo stipendio, ma non si deve parlare di  licenziamenti.

 Questo il diktat dei politici e del presidente Crocetta, che fugano ogni timore circa ammortizzatori sociali  che  in queste ore viene messo in campo come ipotesi, se non si  rimpingueranno le casse degli Enti locali. 

"E' impossibile che i dipendenti pubblici vengano licenziati", così spiega un capo gruppo all' Ars, tagliando corto su varie ipotesi a questo proposito-"Questo si chiama terrorismo psicologico a cura di chi vuole remare contro la politica."

Intanto tutte le ex  Province sono sul piede di guerra e  fissano una data : il prossimo  11 aprile, sabato,  quando si daranno appuntamento a Palermo per un sit in che si terrà contemporaneamente in tutte le piazze italiane.

 Tutto, comunque,  rinviato a dopo le festività.

   La domanda sorge spontanea: è il caso di augurare una  buona Pasqua ?   

    

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