Perchè non è il turismo a finanziare i Beni culturali?

Una proposta concreta lanciata dal vice presidente dell'Ars, Antonio Venturino, a margine della commissione regionale tenutasi a Piazza Armerina

E' talmente logico che non si capisce perchè non lo si è fatto finora, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Perchè i soldi dei biglietti per l'ingresso nei musei e nelle aree archeologiche debbono finire in un unico calderone, che è il bilancio della Regione, e non in un capitolo dedicato dal quale attingere per la gestione ottimale dei Beni Culturali?

La domanda sorge spontanea ma fino ad oggi nessuno se le era posta. Lo ha fatto, invece, il vice presidente dell'Ars, Antonio Venturino, sollecitato dal confronto avuto in questi giorni durante la V commissione che si è tenuta proprio a Piazza Armerina alla presenza degli assessori, Sgarlata e Stancheris.   

 “Una soluzione concreta per risolvere la cronica mancanza di fondi utili per la gestione, il mantenimento e la promozione dei nostri beni culturali attraverso la modifica delle norme di bilancio che regolano l’ingresso delle somme e la loro destinazione”.
“Al momento i proventi che derivano dai parchi archeologici e siti museali regionali confluiscono nell'unico calderone del bilancio regionale e non hanno una destinazione specifica. Con quei proventi paghiamo quindi, la formazione, l’apparato amministrativo etc. Ciò significa che nei momenti di crisi, la prima cosa ad essere tagliata sono i trasferimenti peri i beni culturali che invece rappresentano l’unica industria capace di creare reddito alla nostra terra. La soluzione è tanto semplice quanto concreta - continua Venturino- lavorare in commissione per modificare le norme di bilancio che regolano l’ingresso delle somme, destinando quindi i proventi dello sbigliettamento dei siti archeologici e museali regionali in un apposito capitolo specifico per i soli beni culturali. Effetto immediato sarebbe quello di rendere autonomi i siti in termini di gestione, con un conseguente miglioramento dei servizi tali da tradursi in un incremento turistico notevole. In sostanza si trae beneficio dai nostri beni culturali ma non si investe un solo euro per il loro mantenimento”.

L’esempio concreto riguarda la Villa Romana del Casale. Al momento il Comune di Piazza Armerina (En) dovrebbe percepire il 30% degli incassi relativi agli ingressi nella struttura ma allo stato attuale il comune stesso non ha certezza ne sulle somme ne sui tempi perché gli incassi confluiscono direttamente nel bilancio regionale, salvo poi un trasferimento tutt'altro che immediato e certo nelle casse comunali.
“Un giro - conclude Venturino- che potrebbe essere tranquillamente evitato con un trasferimento diretto. La soluzione su cui lavoreremo da subito in commissione, creerebbe un circuito virtuoso che potrebbe far vivere la Sicilia una nuova stagione economica basata proprio sul turismo”.














Print
Commenti

Categorie: La Provincia, PoliticaNumero di visite: 2808

Tags:

Theme picker


Ultime notizie

«aprile 2024»
lunmarmergiovensabdom
25262728293031
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
293012345

Archivio

Seguici su YouTube

Seguici su Facebook