Idroponica. Questa sconosciuta

Una tecnica di vasi comunicanti ad impatto zero per le coltivazioni. Il progetto realizzato in Africa è innovativo

Green, eco sostenibilità, biosistema. I punti cardine del Pnrr sono racchiusi in un progetto relativo all’agricoltura, già realizzato a sud del deserto del Sahara e precisamente in Algeria. A mettere in campo la strategia con risparmio di risorse idriche, pari al 90 per cento in meno del fabbisogno dell’acqua, con il massimo rendimento della produzione, un project manager palermitano, Pasquale Musacchia, ingegnere, che ha partecipato alla realizzazione del progetto, “Un orto nel deserto”, finanziato con l’otto per mille della chiesa valdese. La Ong “Luciano Lama” ed il suo presidente, Michele Sabatino, euroconsultene e docente universitario ennese, sono tra i primi, nel deserto algerino a portare coltivazioni, ortaggi e verdure, senza risorse idriche. Come? Illustra il piano progettista. “Siamo andati oltre il concetto dell’idroponica tradizionale, nello sforzo di adattare tale sistema ad un ambiente estremo, il deserto. Ci siamo spinti nella innovativa soluzione “sabbiaponica” perché le vasche impermeabili di produzione sono state riempite con sabbia resa fertile da letame di cammello e capre con l’aggiunta di polline. In Africa il progetto forse non ha precedenti... “Certamente non sono tanti gli impianti di agricoltura idroponica in Africa, finalizzati a garantire cibo fresco e sano in aree dove le normali coltivazioni sono praticamente impossibili”. A beneficiare di questa tecnica la popolazione Saharawi, residente a sud dell’Algeria. Centoottantamila abitanti che non hanno di che vivere. “Proprio così. Abbiamo introdotto questa modalità, avvalendoci dell’idroponica, la tecnica di coltivazione che non richiede suolo, ma si basa su un sistema di soluzioni nutrienti in acqua, consentendo la crescita delle piante in modo più efficiente e con notevole risparmio di risorse idriche. Questo rende l'idroponica particolarmente adatta per le aree desertiche, dove sappiamo bene che l'acqua è un bene prezioso e limitato.” Irrigazione avvalendosi di animali e cos’altro? “Abbiamo messo a punto uno speciale mix nutritivo, aggiungendo una miscela di componenti vegetali che arricchiscono il concime. ” Come si monitora la coltivazione? “Da remoto studiamo ed indichiamo le lavorazioni e gli adattamenti da effettuare in serra giorno per giorno. Sono molteplici i vantaggi di coltivare in idroponica: maggiori rese, produzioni costanti per lunghi periodi, elevata qualità dei prodotti, ridotto uso di acqua, ridotto utilizzo di fertilizzanti.” La manodopera? “Anche la manodopera è esigua e non necessita di tenere conto del clima. La indipendenza dagli eventi atmosferici è la svolta per le coltivazioni.” Idropoinca è il futuro per le coltivazioni anche nelle aree piu’ agevolate da climi e risorse idriche? “Certamente. Sara’ una misura di intervento già collaudata nella coltivazione dei campi e degli ortaggi. Tutto è pronto per risolvere annose e complicate questioni che oggi risultano di facile soluzione.”

Daniela Accurso


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