Un italiano su quattro, 14,3 milioni di persone, è a rischio povertà o esclusione sociale. A fotografare questa drammatica condizione sociale è l’Istat. Livello quasi simile tra 2021 e 2022 e Italia fra gli 8 Paesi sopra la media Ue del 21,6%. Ma senza aiuti Covid e il supporto del Reddito di cittadinanza sarebbe andata anche peggio. Il Mezzogiorno resta l’area con la percentuale più alta di individui a rischio (40,6% come nel 2021). Per effetto della ripresa si è ridotta in modo significativo la popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale: sono 2,6 milioni (ovvero il 4,5% contro il 5,9% del 2021). L’Istat evidenzia che resta stabile la popolazione a rischio di povertà (20,1%): sono circa 11 milioni e 800mila individui che hanno avuto un reddito netto inferiore al 60% di quello mediano (11.155 euro). Inoltre c’è un 9,8% degli individui che vive in famiglie a bassa intensità di lavoro, percentuale in calo rispetto al 10,8% del 2021, come conseguenza delle migliori condizioni del mercato del lavoro. Restano forti i divari: nel 2021 il reddito totale delle famiglie più abbienti è 5,6 volte quello delle famiglie più povere (rapporto stabile rispetto al 2020). Tale valore sarebbe stato più alto (6,4) senza gli interventi di sostegno alle famiglie. Le misure straordinarie e il RdC hanno sostenuto in modo importante il recupero dei redditi familiari dopo la contrazione del 2020. «L’Italia - commenta Maria Cecilia Guerra (Pd) - sarà l’unico Paese europeo privo di uno strumento universale di contrasto alla povertà». Anche Cgil, Cisl e Uil chiedono al governo di «intensificare il contrasto alla povertà», con una misura universale e strutturale.