Su un punto la politica si trova d ’accordo: slittare le elezioni dei presidenti dei Liberio Consorzi.
Questo pomeriggio l’Ars voterà l’emendamento depositato dal gruppo consiliare del Pd relativamente allo slittamento della data fissata dal governo siciliano per l’11 settembre al 30 ottobre.
L’ennesimo, e non ultimo,colpo di scena, ma già annunciato.
Non ci sono i tempi tecnici per organizzare campagna elettorale, liste e quant’ altro.
Anche se gli uffici provinciali degli Enti corrono a più non posso per approntare al meglio l’iter amministrativo,in vista delle elezioni che però sfumeranno. Questa è la metafora della Sicilia: ci si affanna per l'emergenza e poi tutto viene vanificato.
Scusate, abbiamo scherzato. Mai come in questa occasione si potrebbe prendere in prestito un luogo comune tanto abusato, ma tanto azzeccato.
E così si protraggono i commissariamenti e si prolunga l’agonia terminale degli Enti.
Forse, ma è solo una pura chimera, l' entrata in scena della politica nei territori potrebbe aprire un varco nel muro di dinieghi alzato dal Governo nazionale.
Ma è solo una vana speranza.
Intanto da fonti politiche palermitane pare che il termine del 30 ottobre possa slittare ancora,perché in prossimità del referendum costituzionale che il premier Renzi vorrebbe fissare nel mese di novembre.
A conclusione di questo banco di prova per lo Stato, si arriverebbe già alla pausa natalizia.
E dunque perché non prevedere direttamente una data per il prossimo anno?
Sono pure illazioni queste, ma non peregrine.
Di fatto il presidente della Regione, Crocetta, dovrebbe ammettere di avere fallito nel suo disegno pilota sulla soppressione degli Enti intermedi. Ed invece il suo silenzio è inquietante. Non una dichiarazione, non un commento, meno che mai un comunicato stampa.
Le ipotesi sono due : o lavora anche di notte per cercare di sistemare la vicenda dai toni drammatici e senza precedenti, oppure e ne lava le mani e aspetta che il destino compia il suo ultimo fatale atto.