Province. Scatta l'ora X. Ma per risolvere cosa?

Una conferenza stampa all'Ars questa mattina. Ma i soldi non ci sono

Lapidario il Movimento 5 Stelle. Si all'Autonomia della Sicilia. No aI ricatto di Renzi. Questo, in sintesi il pensiero del movimento che attraverso due deputati, Matteo Mangiacavallo e Francesco Cappello che questa sera chiederanno il voto palese. E comunque voteranno No. Se il voto sarà segreto non parteciperanno. Il nodo sta nei prelievi forzosi delle ex Province da Roma. E nessuno vuole capire che quello di stasera sarà un bluff. Perché i problemi legati ai finanziamenti restano, dicono. A meno che ci sia un segnale dal Governo centrale, visto che la politica siciliana ha gettato la spugna e,pur tentando di alzare la cresta, alla fine viene schiacciata dal potere romano.
All'Ars Forza Italia e Cantiere popolare sono preoccupati. Nella sala stampa di palazzo dei Normanni, Marco Falcone parla di un disegno di legge da presentare nel pomeriggio per chiedere il blocco del prelievo forzoso. Ma Renzi,così come abbiamo già scritto, non ne vorrà sapere nulla.
E dunque il piano "B" consiste nel distribuire le risorse alle città metropolitane anche ai liberi consorzi, attraverso la rimodulazione degli stanziamenti.
Anche il deputato Cordaro, in soccorso a Falcone sciorina i numeri.

Dai prelievi forzosi ai dipendenti delle ex Province che sono, secondo i loro calcoli non coincidenti con le stime dei sindacati, 5 mila e 500 oltre i 700 delle partecipate. 

Ma Crocetta in tutto questo che fa? Chiederanno i due gruppi all'Ars il voto palese.

Partono dall' excursus di Giletti alla pantomima di questi ultimi giorni.
"Chiederemo al presidente della Regione la Delrio in toto, per salvare i dipendenti, oppure impugnare la legge nelle sedi istituzionali."
Anche il deputato Figuccia inchioda Crocetta alle sue responsabilità. La governance su cui il Pd si sta dividendo non frega a nessuno.
Il tempo gioca a nostro sfavore. Falcone insiste:se approviamo la norma, e se gli enti non ricevono somme da Roma, rischiano tra un mese il dissesto.
Falcone spiega che in fase di assestamento di bilancio, entro il 30 giugno, se non arriveranno gli stanziamenti, si può fare una manovra di bilancio, spostando 50 milioni di euro per tamponare l'emergenza Province.
Un accenno all'assessore all'Economia Baccei che ribadisce di approvare la Delrio.
I servizi ed i dipendenti sono le priorità. Per non parlare dei precari, che entro il 2017 dovrebbero essere stabilizzati, a discapito di una eventuale mobilità dei dipendenti pubblici nei Comuni.
Parole di buon senso che potrebbero avere il sapore della retorica,ma almeno un minimo di attenzione lo dimostrano.
Quello che è assordante è il silenzio dell'Esecutivo siciliano che non si sogna minimamente di esprimere una posizione rispetto a questa drammatica questione.

Noi invochiamo l'applicazione della norma e non per assecondare Renzi, ma per salvare dipendenti e servizi.

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Categorie: La Provincia, PoliticaNumero di visite: 3473

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