Ex Province. Oggi l'Ars (ri)vota

L'emendamento all'esame dell'aula riguarda solo il Sindaco della città metropolitana

Il balletto continua. Il testo della legge sul riordino delle Province rimbalza da Palermo a Roma e viceversa.

Un braccio di ferro che al momento vede prevalere il Governo nazionale su quello regionale, senza più i numeri necessari a continuare nella sua folle e scriteriata idea di riforma capace fino ad oggi solo a creare l'ennesima emergenza che si aggiunge alle tante altre siciliane. 

L'oggetto del contendere continua ad essere la governance e in particolare l'aspetto riguardante l'elezione dei sindaci delle città metropolitane, che così come recita la Delrio, devono, invece, coincidere con il sindaci delle città capoluogo. 

Senza queste modifiche la legge non passerà il vaglio del Governo nazionale, il quale come riferisce l'assessore regionale alle Autonomie Locali Lantieri chiede anche l'istituzione dell'osservatorio regionale per la questione riguardante il personale. 

La confusione regna sovrana, troppo tempo purtroppo è trascorso e da primi della classe (immeritati) siamo rimasti gli ultimi.

Nel resto d'Italia pur con tutte le difficoltà un nuovo di riassetto è stato dato, così come sono stati garantiti i livelli occupazionali e i servizi ai territori.

L'Ars oggi dovrebbe, il condizionale è d'obbligo, votare l'emendamento che pone fine alla diatriba con Palazzo Chigi. 

Ma di fatto però l'emergenza non si risolve.

Mancano le risorse e le ex Province non possono chiudere i bilanci, mentre i territori languono con servizi ridotti sempre più all'osso.

   

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Categorie: La Provincia, PoliticaNumero di visite: 4551

Tags: Province ARS Luisa Lantieri

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