Sarà un documento tecnico, a firma dei 9 vertici amministrativi delle ex Province siciliane, ieri riunitisi ad Enna, che illustrerà la drammatica situazione degli enti locali all’attenzione del premier Matteo Renzi.
Ma non solo, il dettagliato documento verrà inviato al Governatore Crocetta, al presidente dell’Ars, Ardizzone, ed al ministro dell’Interno, Alfano e alla Corte dei Conti.
La prima nota ufficiale dei burocrati siciliani che hanno il polso della reale situazione economica delle Province, mira a lanciare un grido di allarme alle Istituzioni isolane e romane.
Nel dossier si dichiara lo stato di squilibrio finanziario, a seguito della legge di stabilità che prevede, secondo la richiesta del Governo romano, la restituzione di ingenti somme da parte delle ex Province.
Per quanto riguarda Enna saranno 10 milioni di euro, da spalmare in 3 anni.
Una somma così onerosa che mette a rischio tutto.
Tutto significa i servizi che eroga l'Ente e i posti di lavoro dei dipendenti.
Per il momento, però, non si può pronunciare la parola “licenziamenti” perché sarebbe il primo caso in Italia che vedrebbe dipendenti pubblici a casa.
Ma di fatto già si ipotizzano , almeno così si vocifera, passaggi intermedi che prevedono l’esubero del personale, ed in un secondo momento la messa in mobilità dei lavoratori.
Nella riunione dei vertici si è anche ipotizzato di investire gli uffici legali delle Province per ricorrere nelle sede legali competenti in quanto la legge di stabilità in merito al prelievo finanziario a carico degli enti presenta evidenti elementi di incostituzionalità andando a ledere il principio del federalismo fiscale.