giovedì 17 giugno 2004
Medaglia d’oro alla memoria a Luigi Bodenza. Il presidente Salerno esprime il suo compiacimento
A Luigi Bodenza, ennese, assistente capo di polizia penitenziaria, morto in un agguato il 25 marzo del ’94, il presidente del Senato, Marcello Pera, nell’ambito della festa nazionale della Polizia penitenziaria, tenutasi ieri l’altro a Caracalla, ha conferito una medaglia d’oro al merito civile. La notizia è stata accolta con particolare commozione dal presidente della Provincia, Cataldo Salerno, che invia un sentito riconoscimento alla famiglia dell’agente, confermando la sua alta figura morale. Bodenza, nato nel capoluogo ennese nel ’44, si arruola nel corpo di polizia penitenziaria, dopo avere effettuato diversi lavori al nord d’Italia, fino a raggiungere il vertice della carriera, con la promozione ad assistente capo. A tenere alto il suo nome, colleghi e magistrati, che lo hanno celebrato con una iniziativa di grande respiro, lo scorso 25 marzo, giornata in cui si commemorava il decennale della sua morte, con il valido contributo della Provincia regionale. All’iniziativa ha preso parte, tra gli altri, il capo del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Giovanni Tinebra. A ricordare la manifestazione, Orazio Scilimpa, presidente dell’associazione polizia penitenziaria che porta il nome di Luigi Bodenza. L’agente mette l’accento sull’attività dell’associazione, mirata a “dialogare con le istituzioni e con la società.“ Il presidente Salerno, a proposito dei contatti con i rappresentanti degli organismi pubblici, assicura di tenere alto l’interesse, riferendosi ad una richiesta, a cura dell'associazione, relativa ad una strada da intitolare a Bodenza. ”Sono a conoscenza - dice a proposito - che è già stato individuato dall’Amministrazione comunale, competente in materia di toponomastica, un luogo di Enna alta. Mi auguro che l’iter sia celere e che si possa procedere con il pieno accordo della famiglia di Bodenza, di modo che, in tempi stretti, possiamo ancora una volta stringerci attorno ai figli, alla moglie e alla madre, per testimoniare, la nostra partecipazione al dolore della famiglia.”
Il capo ufficio Stampa
Daniela Accurso