Come riscrivere le Province. Ne parliamo con l'onorevole Eliana Longi: " Il prelievo forzoso dovrà cessare"

"Siamo pronti a dare il nostro contributo anche in questo ambito”

In commissione al Senato il testo del DDL 417 riguardante la elezione diretta dei presidenti delle Province e dei Consiglieri provinciali oltre che la delega al Governo per il riordino degli enti intermedi. La questione delle Province dopo anni di silenzio e di disastri torna ad occupare le aule parlamentari, nazionali e regionali, per un cambio di rotta che sostanzialmente altro non è che un vero ritorno al passato. Ne parliamo con l'onorevole Eliana Longi, deputata alla Camera.

Oggi assistiamo a un ritorno di fiamma per le ex Province. Dieci anni fa bersaglio di una politica che le ha barattate dandole in pasto all’opinione pubblica, che bramava la loro cancellazione, quale soluzione a tutti i problemi del Paese, con in testa il Governatore Crocetta che se ne fece paladino e le inabissò per primo. Oggi le Province sono ridotte a brandelli, lasciando macerie nei territori. Forse ci si è resi conto che un ente intermedio è indispensabile quale collettore tra i Comuni e la Regione? 
“Sì. Sull’onda della riduzione dei costi della politica si sono ridotti anche i presidi democratici e solo adesso le forze politiche si sono rese conto che è stato un grave errore incidere sull’architettura istituzionale senza un serio ragionamento sulla necessità di mantenere l’ente intermedio. Oggi i Comuni si muovono senza una regia e promuovono disordinate iniziative nell’ambito dello sviluppo locale, sprovvisti della necessaria visione di area vasta, l’unica in grado di affrontare, ad esempio, il problema delle aree interne.”   

Le Province di fatto non furono abolite, furono soltanto depredate dalle risorse con scellerati tagli orizzontali privandole della loro identità istituzionale. Chi è rimasto ha dovuto fare i conti con l’indifferenza e con un silenzio assordante che ha reso la sopravvivenza di questi Enti quasi un fatto eroico. Ora bisogna ricominciare da zero con la elezione diretta di Presidente e consiglio Provinciale e poi passare subito alla macchina organizzativa oggi in grosso affanno e terribilmente carente. Troppo pochi i dipendenti rimasti, e troppe le sfide a cui questi Enti sono chiamati, prima fra tutti la grossa opportunità offerta dal Pnrr. Come si fa a ricominciare senza risorse?
“Qui occorre fare una distinzione. Le Province che hanno subito un serio depotenziamento di funzioni e risorse sono quelle delle Regioni a statuto ordinario. In Sicilia hanno solo cambiato la denominazione e sono diventati liberi consorzi comunali. Ma il problema delle risorse finanziarie esiste anche da noi ed è serio, basti pensare che il libero consorzio comunale di Siracusa è in dissesto finanziario. Una seria contro-riforma non potrà fare a meno di dare copertura finanziaria ad ogni funzioni amministrativa esercitata dall’ente intermedio. Ce lo chiede anche la Corte costituzionale.”

L’Ente ha salutato positivamente il ritorno della rappresentanza politica ma tutto ciò potrebbe risultare vano se le Province non vengono liberate da quel fardello che si chiama prelievo forzoso, istituito come contributo alla spesa pubblica. Lo Stato in questi anni ha preteso da questi Enti, disastrati, molti dei quali caduti in default, un contributo spropositato e irrazionale. La Provincia di Enna ha contribuito e continua a farlo con un prelievo di 10 milioni di euro, che in alcuni anni ha superato di fatto l’ammontare del bilancio complessivo, tanto che è stato impossibile chiuderlo. Cancellarlo, o quanto meno ridurlo riparametrandolo alle concrete e reali entrate, di ciascuna provincia, derivanti dalle Rca sarebbe fondamentale prima che si attivi l’iter parlamentare. Ritiene di rappresentare questo problema?  

“Certamente, il prelievo forzoso è stato introdotto nella logica del depotenziamento progressivo di questo ente in vista della sua cancellazione referendaria poi fallita. Se si cambia rotta, e Fratelli d’Italia è impegnata in questa direzione, il prelievo forzoso dovrà cessare, anche perché a differenza dei Comuni la Provincia non gode di autonomia impositiva ma di poche tassazioni trasferite.”  

I dipendenti delle Province chiedono di avviare un tavolo coinvolgendo la rappresentanza politica e sindacale per evitare di trovarsi con un altro pasticcio e per risolvere le tante criticità che in questi anni sono venute alla luce. Promuovere una iniziativa che parta dalla Provincia più piccola coinvolgendo tutte le altre sarebbe auspicabile? Il nostro territorio d'altronde in passato ha ampiamente dimostrato di sapere essere compatto a difesa del territorio.
“Oggi il territorio della nostra provincia è dotato di una pattuglia parlamentare nazionale e regionale desiderosa di dare risposte concrete e in tempi brevi. Peraltro, la presenza di un rappresentante nella giunta regionale (l’Assessore Elena Pagana) ci consente di armonizzare le azioni politiche con quelle governative e questo è certamente un valore aggiunto che abbiamo il dovere di capitalizzare. Siamo pronti a dare il nostro contributo anche in questo ambito.”
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Categorie: La Provincia, PoliticaNumero di visite: 534

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