Case a un euro a Leonforte, paese dell'entroterra ennese amato dai Principi siciliani

Dopo Troina anche Leonforte ha aderito all'iniziativa che vede coinvolti diversi centri della Sicilia

Al calar del sole si trasforma in un piccolo presepe, le luci gialle lungo le vie arroccate sul dorso della collina, celano il fascino di un luogo dove si conserva un passato ricco di storia, testimoniato dai tanti bei monumenti, molti di età barocca, e dove gustare alcune eccellenze agroalimentari, che l'hanno reso famoso nel mondo, quali la pesca nel sacchetto e la fava larga. Il Comune di Leonforte, incastonato nelle colline ennesi, offre un'opportunità a chi desidera, magari, fuggire dai grossi centri  per ritrovare una dimensione scandita da ritmi tipici dei borghi per vivere direttamente il cuore del paese. Per questa ragione il Comune ha aderito al progetto “Case a 1 euro” con l’obiettivo di valorizzare il centro storico, scongiurando l’abbandono delle abitazioni più vetuste, riqualificandole completamente per contrastare lo spopolamento. In vendita ad un euro sono le abitazioni storiche con l’obbligo contrattuale però di riqualificarle per renderle nuovamente abitabili e fruibili. Moltissime sono state le richieste fin dal primo giorno, incontrando anche il favore di cittadini non siciliani e spesso anche non italiani, spinti dall’amore per la questa terra, il suo clima e il patrimonio storico. E’ una iniziativa che riesce ad attirare sul territorio investimenti e nuovi abitanti, in modo da scongiurare l’abbandono delle giovani generazioni e quindi la conseguente desertificazione. Leonforte si prepara così a un restyling importante, evitando così la decadenza dei palazzi storici e richiamando turismo e investimenti da fuori, vero e proprio ossigeno per la Sicilia.

Perchè comprare casa proprio qui? Vi raccontiamo l'interessante storia di questo luogo che ha affascinato Principi e la nobiltà siciliana.   

Fondata nel 1610 con Licentia populandi a Nicolò Placido Branciforti. Il principe, innamorato dei luoghi, volle Leonforte non solo per incrementare le entrate e il cespite aristocratico della sua famiglia già di illustrissimo lignaggio, ma, per crearvi una sorta di corte feudale attorno alla splendida dimora di Palazzo Branciforti, un vero e proprio maniero costruito su di un bastione che domina sulla vallata del Crisa. È proprio dall’area della antica Tavi che può muovere un itinerario di visita della città. Qui, infatti, ai piedi della bastionata del palazzo, rimane un quartiere a tessuto medievale, contorto ed attraversato dalla strada regia Enna Catania che qui incontra le sorgenti del Crisa Dittaino. Alcune di queste sorgenti vennero utilizzate intanto per creare una quinta scenografica barocca di eccellenza, la Granfonte, (1652). La foggia è quella di una larga ed alta quinta muraria, forata da nicchie a arco che guardano verso la vallata sottostante. L’acqua sgorga da ventiquattro “cannoli” giungendo nella sottostante vasca abbeveratoio, da questa, incanalata,  scende verso il retro della fontana, fuori le mura oltre la porta Palermo, per alimentare i lavatoi e ancor più in giù la filanda, i mulini e le “saje” dei ricchi campi irrigui allora coltivati a cotone, canapa, lino, riso. Accanto la fonte, la Chiesa del Carmelo, forse la più antica di Leonforte, precedente la fondazione.  Al di là della chiesa un’altra magnifica fontana, detta delle Ninfe, realizzata nel 1636 presenta le statue di Crisa, nume tutelare dei luoghi, e di Artemide.Di particolare interesse architettonico è la  Chiesa di Santo Stefano, a pianta centrica su possente rilievo a muraglione con all’interno stucchi di D’Urso del XVIII. Dalla Piazza Soprana, dinanzi il palazzo Branciforti, si potrà visitare la Chiesa Madre, dedicata a San Giovanni Battista caratterizzata dall’ampia facciata che si apre sulla piazza recintata, il cui progetto venne affidato nel 1611 a Alberto Bernarini, architetto romano. Inaugurata nel 1659 venne ampliata per volere del principe Ercole che commissionò ai fratelli D’Urso di Aci Catena la costruzione dell’Oratorio del SS. Sacramento. L’interno, a tre navate divise da colonne in pietra siciliana sormontate da capitelli corinzi, è decorato da fastosi apparati in stucco. Due gli altari in marmi mischin policromi e diverse opere d’arte tra le quali spicca in sacrestia la “Cacciata dei mercanti dal Tempio” di Marco Antonio Raimondi. All’interno dell’oratorio si può osservare la scultura lignea del Cristo morto, attribuita al Quattrocchi. L’organo è attribuito a uno dei più grandi “organari” del barocco italiano, il napoletano Donato Del Piano. Altro luogo di culto particolarmente frequentato è la Chiesa di San Giuseppe, santo venerato a cui si dedicano le tradizionali tavolate. Da ammirare al suo interno l’abside e le opere del fiammingo Guglielmo Borremans rappresentanti il Sogno del Patriarca e la Fuga in Egitto.Tra i luoghi di interesse artistico il Palazzo Bonsignore del XIX secolo, residenza estiva di Giovanni Calogero Li Destri, Conte di Bonsignore, che acquistò tutti i possedimenti locali dei Branciforti quando l’ultimo erede della casata decise di trasferirsi a Parigi; la Chiesa dei Cappuccini mausoleo della famiglia Branciforti dove si conserva la tomba del principe fondatore ed è custodito il sarcofago marmoreo nero della principessa Caterina, sua consorte, inoltre sono da ammirare le statue di San Giuseppe con il Bambino e di San Francesco d’Assisi che potrebbero attribuirsi alla bottega di Antonello Gagini.



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