L'incontro con la sua prima macchina fotografica è stato fatale. Da quella volta, ben trentacinque anni addietro, è stata la sua compagna di vita e di viaggio alla scoperta di un mondo non solo fisico ma anche e, soprattutto, emozionale.
Un viaggio ininterrotto non in terre sconosciute ma nei propri luoghi di origine, che sono, come lui stesso le definisce, "ancora e sempre, tutte da esplorare".
E' Enna, la sua città natale, la fonte inesauribile d'ispirazione, la sua musa.
Dalle sue foto che la ritraggano in tutte le sue espressioni, tradizioni ed angolazioni, il capoluogo più alto d'Italia, appare come mai visto agli occhi degli stessi ennesi.
E' così Giuseppe Arangio, classe '62, fotoreporter autodidatta, riesce a far rivivere, ogni volta come se fosse la prima volta, le usanze, le feste tradizionali, i riti, come i vecchi mestieri, cogliendo con il suo obiettivo, ciò che è celato, accennato e soprattutto, intimo.
Il suo diventa un rapporto simbiotico non solo con il territorio ma con le testimonianze di vita vissuta, cogliendo nei visi, nelle espressioni, nel linguaggio del corpo, e nei piccoli dettagli, l'anima dei luoghi.
Questo fa di lui un fotografo appassionato e instancabile, capace di immortalare in uno, dieci, mille e mille scatti ancora, quelle sfumature di un territorio che cambia.