Via i Liberi Consorzi. Si alle Province.
Il voto della Commissione “Affari istituzionali” appare scontato, come appare scontato quello del Parlamento siciliano, quando il disegno di legge andrà in aula.
Tanti i commenti nei corridoi della politica palermitana.
Non si canta vittoria, se prima non si incassa davvero il risultato, dice un parlamentare di esperienza.
Vero è che all’Ars probabilmente ci sarà il voto unanime trasversale sugli enti di secondo livello, ma vero è anche che il prossimo Governo siciliano, appena eletto, il prossimo 5 di novembre, mai e poi mai indirà le elezioni due mesi dopo il suo insediamento.
Ed avrebbe tutti i pieni poteri per correggere il testo, modificarlo oppure variarlo nei suoi contenuti e riproporlo all'Assemblea siciliana.
Quindi la legge, con il nuovo Governo quasi certamente tornerebbe in Commissione, con gli aggiustamenti del caso e successivamente potrebbe essere incardinata dall'Aula.
Tutto questo se non vincerà alla Regione il Movimento 5 Stelle.
Allora gli scenari cambierebbero. I grillini a chiare lettere da sempre lottano per l’abolizione delle Province e dunque potrebbero adottare una strategia legislativa che andrebbe sempre e comunque sotto la scure dell'Ars, in modo da sotterrare gli Enti intermedi una volta per tutte.
Il nostro interlocutore sostiene anche il mancato tempismo di questo Parlamento, impegnato nell'adozione della Finanziaria, ha provocato la mancata volontà per aprire una finestra legislativa, al fine di legiferare sulla legge di ripristino delle Province prima della fine di questa legislatura,
Cosa che era nelle corde della politica, ma di fatto non è avvenuta.
Ultima riflessione ad alta voce. La legge ancora da votare, all'Ars, dovrà passare necessariamente al vaglio del Consiglio dei Ministri
e dunque la partita è tutta da giocare.