martedì 16 ottobre 2007

Chiuse con successo le manifestazioni della Biennale dell'Archeologia. Tra le nuove scoperte archeologiche i mosaici di fattura africana della villa romana di contrada Geraci

La scoperta delle strutture delle fasi trecentesche del castello di Lombardia, quella dei preziosi mosaici di probabile fattura africana della villa romana di contrada Geraci, i dettagli sulla necropoli di contrada Piano della Corte ad Assoro. Queste e molte altre novità sugli scavi nel territorio ennese sono state le protagoniste della tre giorni di lavori del convegno "L'archeologia ad Enna, tra ricerca e valorizzazione" che, domenica 14 ottobre, ha chiuso le manifestazioni organizzate dalla Provincia Regionale nell'ambito delle attività dell'Ente Biennale di Archeologia.
Dopo la ricostruzione della storia archeologica del territorio dalla nascita della soprintendenza ai beni culturali di Enna, e l'auspicio del prof. Pettinato (ordinario di assiriologia all'università Kore di Enna), che ha introdotto il convegno, di dare maggiore spazio agli archeologi locali, sabato e domenica sono stati i giorni clou nei quali studiosi di tutto il mondo hanno fatto il punto delle ultime missioni di scavo a partire da quelle della stessa soprintendenza negli anni 2005-2007. Tra queste le strutture delle fasi trecentesche del castello di Lombardia, i mosaici della villa romana di contrada Geraci, la statio romana di Casalgismondo per la quale sono stati momentaneamente fermati i lavori di realizzazione della diga di Pietrarossa e la necropoli di contrada Piano della Corte ad Assoro. Più che interessanti anche i lavori presentati dai professori Ayala e Fitzjohn dell'Università di Cambridge sugli scavi in territorio di Troina con la ricostruzione del capanno della fine dell'età del rame rinvenuto a Case Sollima. Sono stati esposti anche i risultati degli scavi del Pit di Pietraperzia, con ritrovamento di un villaggio della fine dell'età del rame in contrada Tornabé e di un sito di età arcaico-classica in contrada Rocche, e di quello di Villarosa-Calascibetta con il recupero del sito arcaico di Monte Giulfo e di un villaggio del rame rurale/Est del bronzo antico a "Case Bastiore". Domenica, in chiusura, è stato presentato lo scavo del santuario demetriaco di S. Francesco Bisconti a Morgantina e fatta una panoramica degli ultimi scavi di Montagna di Marzo (tra Barrafranca ed Enna), col ritrovamento del teatro romano. Spazio anche per la missione americana che a Morgantina ha portato alla luce le terme nord e per gli studiosi della Sapienza con i recenti scavi nella Villa del Casale di Piazza Armerina. Chiusura doverosa dedicata alla Venere di Morgantina con la dottoressa Greco che ha proposta l'identificazione della dea con Demetra, le analisi di laboratorio che hanno portato alla definizione della provenienza siciliana della statua e le tappe del recupero illustrate da Flavia Zisa, consulente della missione Paul Getty Museum dell'assessorato ai Beni culturali della Regione Siciliana. Piena soddisfazione da parte delle istituzioni, organizzatrici del convegno. Il presidente della Provincia Salerno indica questi momenti di approfondimento “di indissolubile necessità”. Condivide il suo pensiero il presidente della Biennale, Gaetano Adamo, che si augura nuove e interessanti scoperte, nell’ambito di questi simposi.
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