lunedì 18 ottobre 2004

Lettera aperta del Presidente della Provincia. Un "protocollo di garanzia" a tutela della libertà di impresa, della sicurezza dei lavoratori e della corretta esecuzione dei lavori pubblici

L'assegnazione di lavori pubblici mediante gara costituisce uno dei momenti tradizionalmente più delicati della vita amministrativa degli enti locali. Si deve rilevare, a questo proposito, che nonostante le misure costantemente messe a punto dal Legislatore per prevenire fenomeni di irregolarità o di vera e propria illegalità, le aste pubbliche - come accade per tutte le procedure di valutazione basate su parametri oggettivi e verificabili, e paradossalmente proprio per questa ragione - si prestano ad essere oggetto di contromisure efficaci da parte di chi riesca, con l'inganno o con intimidazioni oppure con operazioni di cartello, a mettere sotto controllo e ad orientare nel senso voluto una buona parte se non tutti i dati matematici che conducono alla individuazione dell'offerta “migliore”.
Come è noto, in parole molto povere il procedimento di gara è essenzialmente costituito da tre segmenti, dei quali soltanto il primo (espresso nel bando) e l'ultimo (che coincide con la individuazione del vincitore) ricadono sotto il pieno controllo e la piena responsabilità della pubblica amministrazione. In mezzo si colloca, invece, un segmento di natura “privatistica” che - anche per ovvie ragioni di libero mercato - non dà alcuna certezza di trasparenza e quindi di regolarità e di legalità. Questo segmento centrale rappresenta in definitiva un'area opaca, una zona grigia, nella quale possono essere consumate operazioni di cartello (di rilievo non penale ma gravissime ai fini della spesa pubblica) o, peggio ancora, artificiose pre-selezioni delle offerte determinate da intimidazioni di ditte verso altre ditte (questa volta penalmente rilevanti), che ugualmente scaricano sulla collettività i costi della mancata autenticità della concorrenza (che consistono di solito in offerte meno vantaggiose, in una più bassa qualità dei lavori e in peggiori condizioni di sicurezza dei lavoratori). In questi casi viene anche fortemente leso il principio della libertà di impresa, poiché sia le aziende “fuori cartello” sia quelle estranee o vittime delle intimidazioni vengono di fatto private di ogni possibilità di sviluppo.
Di fronte ad eventualità di questo tipo, la pubblica amministrazione si ritrova impotente, in quanto l'inquinamento del principio della libera concorrenza viene operato in quella zona “privatistica” che sfugge al suo controllo ed alla sua diretta responsabilità: quando le fatidiche buste, con tanto di ottocenteschi sigilli di ceralacca, arrivano sui tavoli dei dirigenti pubblici, le eventuali irregolarità o illegalità o addirittura criminalità sono state già compiute, il “gioco” è stato già fatto e il suo esito pre-determinato.
Che fare? A mio avviso l'area grigia è destinata a rimanere tale se non si riesce a coinvolgere le imprese in un progetto di garanzia della libertà di concorrenza che si colleghi alla garanzia dei sistemi di sicurezza nei cantieri e alla garanzia della corretta esecuzione dei lavori. Un “Protocollo di Garanzia” insomma che deve necessariamente basarsi sulle capacità di convincimento dei sindacati e delle associazioni degli industriali e degli artigiani con compiti di prevenzione delle irregolarità e delle illegalità. In questo quadro, ed a queste condizioni, potrebbero risultare efficaci le azioni delle forze dell'ordine e della magistratura, nel ruolo rispettivamente di tutela delle imprese potenzialmente vittime e di sanzione delle turbative della libertà di offerta. Se queste preoccupazioni trovano condivisione nei soggetti richiamati, propongo a tutti di incontrarci attorno ad un tavolo e di sottoscrivere insieme un “Protocollo di Garanzia” delle imprese e dei lavoratori dal quale far derivare, per ciascuno, precisi compiti di prevenzione, destrutturazione e contrasto di tutte le forme di irregolarità e di illegalità che possono inquinare la fase di elaborazione e presentazione delle offerte per l'ottenimento di appalti di lavori pubblici.

Cataldo Salerno
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