mercoledì 4 ottobre 2006

Comunicato stampa sulla ventilata soppressione delle Prefetture e delle Questure nelle province con meno di 200mila abitanti.

Il presidente della Provincia Cataldo Salerno è a Roma per seguire le procedure parlamentari che riguardano la ventilata soppressione delle Prefetture e delle Questure nelle province con meno di 200mila abitanti. Salerno è impegnato in serrati colloqui con i parlamentari ennesi Crisafulli e Grimaldi e con i massimi responsabili dell’Ulivo che sono punto di riferimento del nostro territorio e in particolare l’on. Luciano Violante, la sen. Anna Finocchiaro, i vice ministri Capodicasa e D’Antoni.
“Risponde ad una logica banale e per nulla attenta all’interesse delle istituzioni – accusa Salerno – stabilire la progressiva soppressione delle province sulla base di semplici calcoli numerici: se così è, avremmo fatto meglio a votare un computer”.
E aggiunge: “Smantellare le strutture istituzionali delle province con meno di 200mila abitanti vuol dire cominciare ad abolire, per fare qualche esempio, province come Aosta, Gorizia, Rieti, Vercelli, Massa-Carrara, Sondrio, cioé territori caratterizzati da una forte identità e da peculiarità geopolitiche, economiche e storiche di assoluto rilievo. E dopo sarebbe a rischio persino Trieste. Addirittura nel caso di Aosta avremmo una regione senza prefetti! Allora lo si dica chiaro: se si vuole abolire le province, si definisca un nuovo assetto territoriale della Repubblica. Non sono pregiudizialmente contrario, ma quando vedo che si applicano criteri ‘a quadretti’ a problemi complessi sono costretto a reagire con veemenza.”
Cataldo salerno è sicuro che le previsioni della Finanziaria e dei decreti ad essa collegati saranno riviste in sede parlamentare, ma teme che prevalgano logiche semplicemente aritmetiche, e rileva: “la dislocazione dei servizi sul territorio nazionale va operata sulla base di criteri socio-economici e geopolitici complessivi: come si fa a sopprimere Gorizia? o Aosta? Come si fa a sopprimere Vercelli che è sede della seconda università del Piemonte? ed Enna che è sede anch’essa di una università come quasi diecimila studenti? E pura follia!” e conclude: “ma non ci riusciranno”.

L'Ufficio Stampa
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