giovedì 2 ottobre 2003

Consiglio provinciale dell’1.10.2003.

Ai 21 consiglieri presenti in aula, il presidente del Consiglio, Elio Galvagno, si è rivolto, invitandoli alla trattazione del primo punto all’ordine del giorno, all’oggetto “Approvazione odg in ordine al paventato taglio di risorse finanziarie regionali alle province di Enna e Caltanissetta”. Ha quindi preso la parola Galvagno per illustrare i contenuti della misura finanziaria, adottata dalla Conferenza regionale delle Autonomie. Galvagno ha ricordato all’aula il provvedimento, adottato lo scorso anno, su sua proposta, da presidente della Provincia, secondo cui prevalse il principio di solidarietà per il territorio di Enna e Caltanissetta che teneva conto, relativamente alla ripartizione dei fondi, del rapporto tra territorio e popolazione, nella misura, rispettivamente del 60 % del 40 % . “La mancata assegnazione - ha sottolineato il presidente - di una somma di circa 3 milioni di Euro significherebbe perdere una tranche significativa di risorse che danneggerebbero il territorio.” L’augurio di Galvagno è stato quello di sensibilizzare il governo siciliano, che potrebbe adottare un provvedimento ad hoc.
Il presidente ha quindi aperto il dibattito a cui sono intervenuti: Gianni Barbano (Ds) che ha condiviso la dura presa di posizione da parte del presidente del Consiglio, Giovanni Interlicchia (Margherita) che ha stigmatizzato l’atteggiamento superficiale della Regione siciliana. Lorenzo Granata (AN), invece, ha premesso che avrebbe votato contro l’o.d.g. perché le somme aggiuntive richieste a viva voce dalle istituzioni della Provincia non sarebbero spese con criteri di equità. Massimo Greco (AN), nella qualità di vice presidente del l’Unione delle Province, ha precisato che sarebbe stato utile effettuare una serie di passaggi propedeutici ad un accordo di mediazione tale da non penalizzare il territorio ennese. Giovanni Palemo (Udc), ha allertato su un tentativo di depauperamento nei confronti delle risorse de territorio ennese. Francesco Spedale (FI) ha dichiarato di essere favorevole, a nome del suo gruppo, all’approvazione del documento. Giuseppe Adamo (indipendente), ha messo l’accento sui tentativi di scippo economico al territorio ennese. Quindi Massimiliano La Malfa (Margherita), e l’assessore provinciale alle aree archeologiche, Gaetano Adamo, hanno invitato il gruppo di An votare a favore dell’o.d.g. Dopo una sospensione dei lavori, in cui è stato modificato l’odg, il Consiglio ha votato il documento ad unanimità. Solo Granata si è allontanato dall’aula, al momento della votazione per essere coerente alla sua posizione. L’ordine del giorno sarà inoltrato al presidente della Regione e agli organismi istituzionali regionali, alla Conferenza regionale delle autonomie. Quindi, Galvagno è passato alla trattazione del secondo punto “Esame e problematiche inerenti la villa romana del casale di Piazza Armerina”, facendo presente che per molto tempo nel sito non si sono realizzati interventi strutturali, con la piena latitanza dei Governi regionali che si sono succeduti. Stanziata, difatti, la somma di 300 milioni di vecchie lire per rifacimento di copertura del sito, che non è mai stata spesa per impedimenti di carattere tecnico. Nel frattempo viene realizzato il museo villa romana del Casale che avrebbe dovuto affrontare e risolvere tutte le questioni legate all’area archeologica, ma così non è stato. Attualmente, a seguito dell’assegnazione dei compiti da parte del Governo regionale impegnato alla sistemazione interna della Villa, è affidato al Pit n.11 un piano di intervento che ammonta a 11 miliardi di vecchie lire, relativamente alla zona esterna. Il presidente del Consiglio, a fine intervento, ha invitato a relazionare sulla Villa l’assessore provinciale competente, Gaetano Adamo che ha, tra l’altro, lanciato la proposta di realizzazione di un distretto archeologico, in mancanza di una progettualità concreta tra unità di crisi e Regione siciliana. L’assessore ha rivolto un appello all’assessore regionale, Fabio Granata affinché si occupi a tempo pieno del sito. Il presidente Galvagno ha aperto il confronto che ha visto gli interventi di Giuseppe Mattia (Fi), che ha invocato un intervento autorevole, attraverso una manutenzione complessiva continuativa; Massimo Greco (AN) si è congratulato con l’assessore Adamo per la specificità della delega conferitagli. Greco ha proposto al Consiglio di avanzare proposte eclatanti, suggerendo alla Regione di acquistare il sito. Carmelo Randazzo (UDC) ha bocciato l’assessore all’archeologia per la scarna relazione; Giovanni Palermo (Udc) si è trovato d’accordo con i colleghi sulla proposta unanime di salvaguardare la Villa; Massimiliano La Malfa (Margherita) ha allertato sullo stato di degrado della Villa romana, accusando l’assessore regionale ai beni culturali di occuparsi solamente della gestione interna della Villa del Casale alla società Arte e Vita. Giovanni Barbano (DS) ha invitato ad azioni più eclatanti; Giuseppe Adamo (indipendente), Giovanni Nicotra (Azzurri per Grimaldi) hanno chiesto di mettere in mora l’assessore regionale ai beni culturali e tutti i rappresentanti delle istituzioni competenti . A trarre le conclusioni del dibattito, il presidente Salerno cha ha prima fatto sapere, attraverso il presidente Galvagno del riconoscimento all’Oasi città aperta quale consulente permanente delle Nazioni unite. Salerno ha, quindi, preso la parola , ringraziando per il suo forte impegno l’assessore Adamo, di origine piazzese, e il presidente Galvagno per la sua costante attenzione nei confronti delle problematiche che investono il territorio. La villa del Casale, per Salerno, è in condizioni disastrose dal punto di vista strutturale, idrogeologico, di fruibilità, di sicurezza, di manutenzione, pubblicizzazione e gestione. Ha criticato l’esiguo numero di unità, appena nove, destinate a vigilanza, biglietteria e manutenzione corrente del sito. Il presidente dell’Ap ha poi descritto il sito come una miniera d’oro gestita, però, come una cava di pietrisco. Riferendosi all'unità di crisi, Salerno ha spiegato che si tratta di una conferenza di servizi permanente, allargata al comune piazzese, che decide su ipotesi progettuali. La problematica legata alla Villa è assai complessa perchè è legata alla presenza delle bancarelle, site all’ingresso del sito, per cui Salerno, d’accordo con i consiglieri Greco, Mattia e La Malfa, è fermo nella decisione di mantenerle in vita, garantendo così l’occupazione, migliorandone l’ aspetto estetico, rivisitato con il Pit 11.Salerno, infine, ha proposto di potenziare l’organico della Villa, portandolo a 50 unità, con l’assunzione di restauratori, all’interno di un centro di formazione archeologica. Il presidente Galvagno ha messo ai voti l’ordine del giorno, predisposto dall’aula, approvato ad unanimità dal consiglio provinciale, che sarà inviato agli organismi regionali.

Erano presenti: il presidente della Provincia, Cataldo Salerno e gli assessori provinciali: Fortunato Gatto, Gaetano Adamo, Rino Agnello, Salvatore Termine; il segretario generale, Giuseppe Saccone.

L’Ufficio Stampa

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Tags: Elio Galvagno Consiglio provinciale

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