venerdì 31 dicembre 2004

Dimissioni di Giuseppina Calabrese dal Consiglio provinciale di Enna. Interviene il Presidente della Provincia

La dimissione di Giuseppina Calabrese dal Consiglio provinciale rappresenta una sconfitta per la politica e per l’emancipazione femminile in particolare.
La rappresentante dei Comunisti italiani è stata finora l’unica donna nell’attuale Consiglio, della quale peraltro era stata eletta vicepresidente in primo luogo proprio come donna e secondariamente quale riconoscimento al ruolo del suo partito nella maggioranza di centro-sinistra.
L’uscita di scena di Giuseppina Calabrese segna dunque anche la scomparsa di qualsiasi presenza femminile nel massimo organo di rappresentanza della Provincia. Questo dato non può passare sotto silenzio come una normale pratica burocratica.
E’ necessario capire perché si è arrivati a tanto: a questo proposito non sembrano sufficienti le motivazioni ufficiali date dalla stessa interessata, che cioè la dimissione sarebbe dovuta al fatto che i Comunisti italiani non sono presenti in Giunta con un proprio assessore.
Questa motivazione non regge, perché il cambio di un consigliere donna con un consigliere uomo non sposta di una virgola il ruolo dei Comunisti italiani rispetto alla Giunta provinciale.
Non vorrei che la Calabrese sia stata vittima di un pressing – in qualche modo “politicamente impupato” - ma in realtà anti-femminista, che alla fine l’ha portata a stancarsi e quindi a cedere il seggio, che tra l’altro aveva conquistato con un altissimo numero di voti per un partito molto piccolo.
Preferisco perciò parlare di “dimissione” e non di “dimissioni”, di una procedura cioè non perfettamente spontanea della quale tutti noi dobbiamo sentirci responsabili, ma che investe in primo luogo gli uomini del Partito dei comunisti italiani.

Il presidente della Provincia

Cataldo Salerno
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