La giornata difficile di ieri che ha messo in ginocchio Enna e gran parte della Sicilia impone, dopo la tempesta non la quiete, impossibile visto il disastro, ma un'attenta riflessione.
I notevoli danni al territorio e alle strutture causati dalle precipitazioni temporalesche confermano la necessità di affrontare prioritariamente la vera emergenza globale del pianeta che riguarda la salvaguardia dell’ambiente.
Il territorio delle aree interne della Sicilia, sensibile ai dissesti idrogeologici a causa della conformazione dei suoli, è notevolmente esposto alle conseguenze legate alle intense precipitazioni.
Non è più sufficiente chiudere le strade in caso di eventi straordinari o diramare i bollettini meteorologici. E’ piuttosto urgente avviare una serie di interventi per contenere i crescenti disastri causati dalle calamità naturali.
A tal proposito l'agronomo Andrea Scoto, responsabile del servizio Agricoltura dell'Ente, suggerisce di mettere in pratica delle azioni a tutela e salvaguardia del territorio auspicando una rinnovata governace che veda insieme pubblico e privato.
" E' indispensabile - spiega Scoto- innanzitutto rimuovere i depositi di terra e di rifiuti che ostruiscono il deflusso delle acque e potenziare gli interventi per prevenire la propagazione degli incendi. Considerata poi la minore capacità di spesa degli Enti occorre coinvolgere concretamente gli agricoltori nella tutela e salvaguardia del territorio anche alla luce del fatto che il territorio ennese è costituito per il 10% dai boschi e per l' 85% dalle superfici agricole. Un raccordo snello tra gli Enti locali, i soggetti preposti alla tutela del territorio e gli agricoltori può contribuire a unire le forze per garantire interventi prioritari sempre più necessari per prevenire i disastri conseguenti ai mutamenti climatici".
Per l'agronomo è auspicabile, quindi, un'azione di coordinamento per pianificare la realizzazione di interventi urgenti che veda impegnati concretamente e attivamente in sinergia il pubblico e il privato".