venerdì 10 settembre 2004

VILLA DEL CASALE: parla l’assessore provinciale alle Aree archeologiche

“Indubbiamente esiste un problema Mosaici: da tempo se ne parla e da tempo siamo tutti mobilitati alla ricerca di soluzioni adeguate.” Scende in campo l’assessore provinciale alle Aree archeologiche, Gaetano Adamo, insignito della competenza lo scorso anno, quando si insediò nella Giunta Salerno, assumendo un ruolo “inedito”, nell’ambito delle deleghe assessoriali. Prima di allora, difatti, non esisteva un assessorato ad hoc, nonostante l’impegno della passata Amministrazione provinciale a focalizzare l’obiettivo sul comparto, intervenendo, con numerose iniziative, a supporto della valorizzazione dei siti, in particolare della Villa romana del Casale. Adamo si sente, adesso, pronto a fare delle riflessioni sulla questione, esternando un suo pensiero che è condiviso dal presidente della Provincia. “In quanto responsabile provinciale delle Aree Archeologiche e dei Beni Culturali, sento fortemente la necessità di avviare una serie di interventi che contribuiscano a far uscire la Villa dall’attuale stato di degrado”. Niente disegni velleitari, né alchimie occulte, solo volontà, da parte dell’amministratore, di lavorare “con umiltà e senza protagonismi“ limitatamente alle competenze affidategli cui non rientrano quelle relative alla conservazione dei beni, ma semmai “la ricerca delle condizioni migliori per una migliore fruizione delle emergenze.”
- Allora, Assessore parliamo con chiarezza. Sulla Villa Romana, in questi ultimi mesi si è imbattuto un uragano di polemiche, sono soffiati venti di minacce, si sono sollevati polveroni di accuse, si sono avvicendati colpi di scena. Lei che ne pensa di questo turbinio, dettato sempre e comunque dalla politica?
“Sicuramente non si dà soluzione ai problemi che attanagliano la Villa discutendone in chiave polemica e facendo facili demagogie sulle pagine dei quotidiani. Occorre affrontare le questioni nelle sedi opportune e con rigoroso metodo scientifico, coinvolgendo quanti abbiano ruoli istituzionali specifici e competenze (Comune, Provincia, Museo, Soprintendenza, Regione, Commissari, Supercommissari, Esperti) per portare a compimento la difficile opera di risanamento di un bene che tutto il mondo ci invidia e che, oltre ad essere un motivo di orgoglio, può e deve diventare una grande fonte di reddito per la popolazione che ha la fortuna di possederlo.”
- Crediamo che tutti siano d’accordo sulla sua dichiarazione d’intenti. Ma come procedere?
“Diventa di primaria importanza prima di tutto porsi il problema della conservazione e successivamente quello dello “sfruttamento”.
-Vuole spiegare meglio?
“Non mi sono permesso, come nessuno si è permesso, né mi sognerei mai di metter in dubbio la competenza dei restauratori portati da Sgarbi: chi ama l’arte non può certo intraprendere azioni tendenti a provocare danni al patrimonio. Tuttavia, poiché in Sicilia esistono, all’interno dell’Assessorato B.B.C.C., alte professionalità (Centro Reg. per il Restauro, Soprintendenza) ritengo che la ricerca di una forma di collaborazione tra questi e gli esperti, chiamati dal commissario Sgarbi, avrebbe sicuramente impedito che si ingenerassero dubbi sul corretto utilizzo delle pratiche di restauro destinate alla Villa Romana del Casale.”
Vittorio Sgarbi si, Vittorio Sgarbi no. Lei cosa ne pensa di questa nomina piovuta dall’alto?
“Non voglio alimentare la polemica sulle effettive competenze del Commissario designato dall’Assessore Granata. La Regione siciliana, preposta alla tutela e conservazione del bene, ha ampi poteri per decidere legittimamente di avvalersi di consulenti esterni ai quali delegare i propri compiti: lo ha fatto prima con il generale Conforti, lo fa adesso con Sgarbi. Io sarei portato, peraltro, a condividere, in linea di principio pure l’idea, del commissario unico con pieni poteri, se ciò servisse a snellire la burocrazia, ad accelerare gli interventi, rendendoli efficaci, e, quindi, a garantire l’ottimale conservazione del bene. “
Però non dobbiamo prenderci in giro.Sgarbi non ha i ”pieni poteri” (chi, del resto, in un sistema democratico potrebbe averli?). Egli è, diciamo così, un super coordinatore delle varie competenze, e in quanto tale può rappresentare una grande opportunità per la Villa, solo se farà quello cui è preposto. Del resto non si sta inventando nulla di nuovo: quando le competenze sono frammentate, solo la concertazione, all’interno di un progetto complessivo condiviso da tutti, può farci raggiungere il traguardo.
Che dire allora?
“Rimbocchiamoci tutti le maniche e lavoriamo alacremente per portare a compimento le progettazioni relative al PIT 11 e alla copertura: i tempi sono molto stretti e qualsiasi deviazione dalla strada maestra potrebbe arrecare danni irreparabili “.

L’ufficio Stampa
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