Sanità siciliana in codice rosso. A Roma la CGIL in piazza a difesa della salute dei cittadini

In zona rossa per speranza di vita in buona salute, corretti stili di vita della popolazione, indice di salute mentale e liste d’attesa

L'ultimo rapporto di Crea Salute, il Centro per la ricerca economica applicata in sanità, non lascia dubbi e conferma quanto denunciato dai sindacati. La sanità in Sicilia, è in codice rosso. Bocciata in quasi tutti gli indicatori di tutela socio-sanitaria offerti ai cittadini. In zona rossa per speranza di vita in buona salute, corretti stili di vita della popolazione, indice di salute mentale, liste d’attesa. Un report della sanità siciliana che piazza la Sicilia fra le sei regioni che non hanno superato l’esame. La seconda bocciatura in pochi mesi, dopo quella giunta dal ministero alla Salute e da Agenas, che pone l’Isola agli ultimi gradini della classifica per spesa dei fondi per il recupero delle liste d’attesa. Su diciotto indicatori considerati, la Sicilia è bocciata in ben tredici di questi. Il report mette in evidenza anche le lunghissime liste d’attesa, il tasso di rinuncia alle cure superiore alla media nazionale, la scarsa assistenza domiciliare. E’ la drammatica situazione della sanità pubblica in Sicilia, regione ad alto tasso di disoccupazione e di povertà e con un’età media che si va alzando. Lo rileva la Cgil Sicilia, col segretario generale Alfio Mannino .“ Per questo- dice Mannino- parteciperemo numerosi sabato a Roma alla manifestazione nazionale per rivendicare investimenti per rilanciare il servizio sanitario pubblico e fermare la strisciante privatizzazione del sistema. Ma per questo anche – sottolinea il segretario della Cgil- lanciamo la vertenza sanità al livello regionale. Il governo Schifani è infatti più impegnato sul fronte degli incarichi, delle poltrone e della bassa cucina politica che su quello del diritto alla salute delle cittadine e dei cittadini e questo non è accettabile”. La Cgil assieme alla categorie Funzione pubblica e Spi ha elaborato una piattaforma rivendicativa che consegnerà nei prossimi  giorni al presidente della regione e all’assessore regionale alla Salute. “Qua- afferma Mannino- chiudono pure i Pronto Soccorso, sono in difficoltà anche i reparti di emergenza e urgenza e a soffrire di più sono ovviamente le aree interne. I vuoti di organico sono enormi e molti medici a causa di condizioni di lavoro e contrattuali insoddisfacenti si spostano nel privato. Se il governo nazionale- osserva Mannino- deve mettere più risorse nel Fondo nazionale per la sanità e sbloccare i concorsi e i rinnovi contrattuali, c’è tutta una partita che riguarda la riorganizzazione delle rete ospedaliera e della emergenza-urgenza , della medicina del territorio oggi inadeguata e dell’integrazione socio- sanitaria, rispetto alla quale la regione non può continuare a sottrarsi, come ha fatto finora eludendo anche il confronto con le parti sociali”.“La nostra regione- dice Maria Concetta Balistreri, segretaria generale dello Spi Cgil Sicilia- ha il più alto tasso di over 65 d’Italia. Con l’aumentare dell’età aumentano le patologie cronico- degenerative. Il 20% degli anziani presenta tre cronicità e ci sono 11 mila disabili gravi. Questa platea di anziani dovrebbe potere contare su un’organizzazione dell’attività territoriale h24, su servizi sanitari territoriali, sull’assistenza domiciliare integrata, sulla riabilitazione e su una gestione delle lungodegenze sufficiente per numero, distanza e qualità dell’assistenza. La nostra vertenza è finalizzata a raggiungere questi obiettivi”.  Per Cgil, Funzione pubblica e Spi investire sulla sanità pubblica significa  anche rinfoltire gli organici di medici, ausiliari, infermieri. “ Ne mancano tanti- afferma il segretario generale della Funzione pubblica Cgil Sicilia Gaetano Agliozzo- e tra partire Iva, co.co.co e assunti direttamente dagli enti attraverso cooperative c’è troppo precariato. Occorre procedere con le stabilizzazioni, internalizzando anche servizi come quelli degli ausiliari e sbloccare i concorsi. Le previsioni del Pnrr e l’implementazione della medicina territoriale- aggiunge- rendono peraltro necessario ampliare la platea di 17.704 unità previste a livello territoriale dai piani triennali del fabbisogno di personale”. “Senza una regia regionale- sottolinea Alfio Mannino- tutto questo però non sarà possibile La mobilitazione in campo attualmente per la sanità pubblica, sia al livello nazionale che regionale e territoriale con iniziative che si moltiplicano e che proseguiranno anche nei prossimi tempi – sottolinea il segretario della Cgil- è l’occasione buona affinchè il Presidente della  Regione Renato Schifani-faccia sentire la sua voce e dica con chiarezza,  assumendo impegni precisi ,se sta dalla parte della Sicilia e dei siciliani. E lo faccia anche ritirando il suo appoggio allo scellerato progetto di Autonomia differenziata che assesterà un colpo mortale anche alla sanità siciliana che sarà sempre più lontana da standard accettabili. Con una sanità pubblica più fragile e la crescente privatizzazione di servizi e prestazioni che sta anche lanciando le assicurazioni- conclude Mannino- le cure non saranno più un diritto di tutti ma solo di chi potrà permetterselo, come del resto accade già oggi con i cosiddetti viaggi della speranza che convogliano pazienti e risorse sia regionali che private fuori dalla Sicilia, verso le strutture ospedaliere più performanti. Noi vogliamo che questa situazione cambi"

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Categorie: I Comuni, EnnaNumero di visite: 645

Tags: cigl sanità siciliana alfio mannino

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