Dall'ambiente ai migranti a Enna va in scena “Sani!” il teatro civile di Marco Paolini

Nel pomeriggio della stessa giornata l'artista incontrerà il pubblico al Caffè letterario Al Kenisa

Dopo lo scoppiettante debutto che ha visto la platea del Teatro Garibaldi di Enna tributare con una standing ovation la Compagnia di Corrado d'Elia per la messa in scena di “Cirano de Bergerac”, la stagione teatrale “Alte visioni” organizzata dall'Amministrazione comunale prosegue venerdì 10 febbraio alle ore 20.30 con “Sani! Teatro tra parentesi” di e con Marco Paolini, maestro indiscusso del teatro politico contemporaneo. Drammaturgo, regista, attore e conduttore televisivo, capostipite dei narratori, Paolini sarà in scena con un testo che affronta temi urgenti, come quello della salvaguardia dell’ambiente, e scomodi come quello dell’accoglienza, intrecciando canzoni e racconti autobiografici con la narrazione di periodi storici che hanno cambiato la storia dell’umanità (prevendite al botteghino e su https://www.liveticket.it/teatrogaribaldienna)Tutti argomenti dai quali si prenderà spunto per l'incontro con il pubblico, organizzato nella stessa giornata di venerdì 10 febbraio alle ore 18 al Caffè letterario Al Kenisa di Enna (ingresso libero fino ad esaurimento posti), e durante il quale Marco Paolini converserà con Simona Scattina, docente di Discipline dello spettacolo all'Università di Catania; Marco Canzoneri, curatore artistico e studioso di arti performative; e Giuseppe Alfieri, presidente di Legambiente Sicilia .Lo spettacolo “Sani!” è una sorta di ballata popolare che alterna storie e canzoni (eseguite chitarra e voce da Lorenzo Monguzzi). Il filo conduttore è autobiografico: momenti di crisi piccoli e grandi, personali e collettivi, che hanno cambiato il corso delle cose. Le crisi raccontate come occasioni, a volte prese al volo, altre volte incomprese e sprecate. Un enorme castello di carte sulla scena mostra la fragilità dell’equilibrio di ogni sistema ecologico, naturale o artificiale, incalzata da una prosa da racconto televisivo che a teatro si fa ballata, permette salti e capriole. In scena, poi, Marco Paolini racconta le tragicomiche conseguenze del suo primo (e unico) incontro con Carmelo Bene che nel 1983 ha cambiato la sua direzione teatrale, e subito dopo la contemporanea crisi della guerra fredda che ebbe come protagonista Stanislav Petrov. In rapida successione, passando attraverso memorie più lontane, si arriva alla crisi, al lockdown del 2020.Il titolo dello spettacolo di Paolini prende spunto da un’espressione usata ai piedi delle Alpi per salutarsi, e riassume il senso del teatro per questo tempo: un teatro che mette insieme creando ponti.

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