Sarà che siamo nel vivo della campagna elettorale, sarà che il Premier ha realmente compreso che
la riforma a livello nazionale fa acqua da tutte le parti, ecco una soluzione-
tampone, anzi due.
La prima riguarda, appunto, la proroga
dello strumento finanziario nelle ex
Province al 30 luglio, a fronte della chiusura del 30 maggio.
La seconda, a
seguito della conferenza Stato, Città,
Autonomie locali relativamente alla finanza locale, il Governo ha
preannunciato la imminente approvazione di un decreto d’urgenza che potrebbe
essere, così dicono fonti ufficiose, una fondamentale occasione, anche per la fase di conversione parlamentare, riguardante tutte
le questioni finanziarie principali relative a Province, Comuni e Città
metropolitane.
Intanto, questo pomeriggio,
le Rsu siciliane si daranno appuntamento a Caltanissetta per costituire un comitato regionale allo scopo di mettere in atto una serie di iniziative, di concerto con le segreterie regionali, per vigilare sui contenuti della norma regionale di riordino che dovrebbe da qui a breve ritornare in aula.
Tra le possibili proposte quella di un incontro a stretto giro di posta con il Governo siciliano, i
capigruppo e il presidente della Commissione Affari istituzionali al fine di rappresentare tutte le difficoltà
legate alle problematiche che riguardano le ex Province siciliane, oggi tutte sull'orlo del dissesto finanziario per la drastica e lineare riduzione dei finanziamenti, necessari all'erogazione dei servizi e al mantenimento dei posti di lavoro, sia dei dipendenti a tempo determinato che indeterminato. In merito alla disastrosa
situazione economica ed occupazionale si chiederà alla Regione di farsi carico di interloquire con urgenza con il Governo nazionale.
Ore frenetiche,
queste, in cui le Rsu invitano ad alzare il livello dell’attenzione, promuovendo, azioni di protesta che vedranno coinvolgere tutto il territorio.
“Qui non esistono
dipendenti di serie A e B -dicono- invitiamo tutti ad all’unità per difendere il
nostro sacrosanto diritto al lavoro di precari e lavoratori pubblici.”