mercoledì 30 aprile 2008

Ato. Precisazioni del presidente della Provincia Cataldo Salerno

“In merito a voci errate che si sono diffuse dopo l’incontro promosso dal Prefetto sulla situazione della raccolta dei rifiuti, si precisa che la Provincia Regionale di Enna intende accogliere la richiesta di soccorso che viene dai sindaci, dai sindacati e dalla società pubblica Sicilia Ambiente. Nello stesso tempo, la Provincia precisa, a scanso di equivoci e di malintesi, che è rimasta una istituzione territoriale e non è diventata una banca. Pertanto, non può promettere prestiti o mutui milionari, ma può soltanto corrispondere, con il consueto senso di responsabilità, ad una domanda di aiuto e di solidarietà che vede come diretti destinatari i cittadini e i lavoratori. La Provincia è consapevole del fatto che la situazione dei rifiuti è oggettivamente giunta ad un livello di rischio sociale molto alto, sia per l’igiene che per la sicurezza, e non si tira indietro rispetto ad una pressante richiesta di un intervento che, pur non rientrando tra le competenze provinciali, appare motivato dall’emergenza dell’imminente stagione calda. L’interessamento tempestivo e lungimirante del Prefetto conferisce alla richiesta dei sindaci, dei sindacati e della società pubblica Sicilia Ambiente un’autorevolezza istituzionale che consente alla Provincia di farsi carico eccezionalmente di un problema urgente, indubbiamente non suo, ma che riguarda potenzialmente tutti i 20 Comuni. Occorre d’altra parte avere chiaro che, per la Provincia Regionale di Enna, non si tratta di una risposta semplice né facile, anche se le forze politiche della Provincia hanno tutta la volontà di venire incontro alla domanda di aiuto. L’Amministrazione provinciale, pertanto, sta studiando una prima immediata risposta di solidarietà, vincolandola alla consistenza dell’addizionale del 3% che le Province ricevono dalle tariffe sui rifiuti e che spetta per legge anche alla Provincia di Enna, ben sapendo che la soluzione vera, di cui il settore dei rifiuti ha necessità, non può che venire da una risoluzione strutturale della quale devono farsi responsabili la Regione e lo Stato”.



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