Il vino ha tremila anni.

Forse non tutti sanno l'età del vino

Quanti anni ha il vino? Duemila? Tremila?

Di certo si sa che le sue origini  risalgono ai Sicani, ai Fenici e ai Greci che introdussero nuove coltivazione e nuove varietà.

La vite, materia prima alimentare, divenne prodotto di scambio e di commercio con i paesi vicini.

Da allora ad oggi, il tempo ha dato ragione alla qualità vinicola del Paese. L'Italia si trova al primo posto, sorpassando i vicini di casa, i Francesi. Il paradosso è uno: scende la vendita del vino  in Italia e  si conferma, invece, al primo posto negli USA.

Ma parliamo di Enna, forse non tutti sanno che, tra la fine della dominazione greca e l’inizio di quella romana, si coniò una moneta che raffigurava proprio un grappolo d’uva tra due ramoscelli d’olivo-siamo nel 258 avanti Cristo.

L'archeologia ci ha dato una mano a risalire ai comuni più vocati per la vite.

Centuripe è uno di questi. E' stata rinvenuta, difatti, un’anfora di terracotta del V secolo a.c. chiamata “Askos”, sul cui coperchio fu scritta per la prima volta la parola “vino.”

Nei secoli successivi  anche Piazza Armerina si attrezzò a questo proposito.

Se guardiamo la Sicilia, sappiamo bene che l'Isola, in termini di enologia, è sinonimo  di qualità.

Enna ed il suo hinterland  ha un ruolo estremamente marginale, con  pochissime realtà imprenditoriali.

 Nel 1735  fu il barone Filippo di Nicosia a scrivere  un trattato intitolato “Il podere fruttifero e dilettevole”, in cui descrive con dovizia di particolari le tecniche di coltivazione e produzione viticola.

 Da quel momento anche altre notizie sono riportate sui Bolletini Ampelografici del 1855 che citano vari vitigni, come  Inzolia, Moscatello bianco, Moscato Nero, Greca, Silvana, Grillo, Malvasia bianca, Catanese, Calabrese (Nero d’Avola), Nero cappuccio e Nero capitano.

Un altro studioso, nel 1855, Gioacchino Di Marzo tradusse dal latino ed aggiornò il "Lexicon topograficum siculum"  dell’autore Vito Amico, riportando un dato di Enna :  i suoi 15 mila ettari di vigneti, coltivati e circa 4 mila ettari coltivati in modo promiscuo, in mezzo ad altre colture.

Intorno al 1880, pero', un terribile parassita, la filossera della vite, importato dall’America, decimò la viticoltura ennese così come nel resto dell’Europa. Da quel momento scompare la vite dalle campagne.

Ritornano in auge, in questo ultimo ventennio, alcune province siciliane, come Trapani, Palermo, Catania; mentre Enna soffre di questa “illustre assenza.” Si potrebbe parlare di vino ennese, con il marchio igp, doc,

Ma questo è un altro discorso..

 

 

 

Print
Commenti

Categorie: Costume e SocietàNumero di visite: 4807

Tags: Enna vino colture di viti

Theme picker


Ultime notizie

Seguici su YouTube

Seguici su Facebook

«aprile 2024»
lunmarmergiovensabdom
25262728293031
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
293012345

Archivio