Davide Vigore. Cronaca di un regista navigato

Davide spiega alla platea del cinema Rouge e Noir di Palermo la sua ultima fatica

Il ragazzo si farà. Lo conobbi nel ’98 quando il regista Cugno lo volle a fianco nel film La bella società,con Giannini, Cucinotta e Bova. E fu la sua prima intervista.

Era timido, parlava poco, ma poi appena toccavi il tasto del suo lavoro, cominciava lo scioglilingua. E, difatti, si perfeziona nei cortometraggi e comincia ad accumulare premi.

Davide Vigore, ennese, 30 anni, oggi vive a Roma, ma ha studiato regia a Palermo che, dice, gli è rimasta nel cuore. Ha conquistato la menzione speciale ai Nastri d’argento con La viaggiatrice, premiato in 30 festival internazionali ed in gara alla 73° Mostra del cinema di Venezia, nella sezione Migrarti.
Davide,oggi, è pronto per spiccare il volo.
Comincia a farsi conoscere e diventa amico d collega del palermitano Daniele Ciprì. Ma questo , che è già un traguardo, non è niente, rispetto all’esperienza di aiuto regista di Paolo Sorrentino, nel film “Loro” su Silvio Berlusconi.
E siccome l’estro di un creativo non si ferma, anzi più lavori e più si accende, eccola la sua seconda opera “La bellezza imperfetta”con protagonista Girolamo Scimonetà, attore di teatro,presentata a Venezia, nella sezione dei cortometraggi.
Il film, della durata di 30 minuti, è condensato nella sua trama.
La fotografia, la musica e la regia sono frutto del tassello di un quadro a tinte forti,
sullo sfondo di una Palermo notturna, che mescola delinquenza, bellezza, e trasgressione.
Ma quello che più colpisce, nel messaggio di Davide, è il sentimento. Seppure il regista ami Palermo spudoratamente e metta in risalto anche le sue nette contraddizioni, droga, mafia, prostituzione, l’intreccio, a seconda dell’angolazione, è tutto concentrato sull’amore tra un uomo non certo esteticamente bello, ed una ragazza russa, stupenda. Eros etanathos.
La tragedia dell’umanità che fa vincere la purezza, solo a metà.

Perché il finale è tragico. Davide spiega alla platea del cinema Rouge e Noir di Palermo la sua ultima fatica, con una efficace traslazione della sua esperienza di giovane allievo per cinque anni nella capitale siciliana, musa ispiratrice dei suoi lavori.

Sarebbe pronto per il grande salto nel cinema con un film tutto suo? E’ possibile. Ha già maturato un stile tutto suo, molto efficace, anche se l’impronta di Sorrentino, suo grande maestro, è evidente.

Vigore potrebbe esprimersi nella giusta e puntuale tecnica, cui non tralascia la verve ricca più di silenzi e di volti che di parole.

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