Pino Pedone
Laurea in giurisprudenza, Direttore di banca in pensione, ha da sempre un forte legame con il mondo agricolo e le sue eccellenze. Fondatore, già nel 1985, della prima sezione di Agriturist in sicilia (la prima organizzazione a promuovere l’agriturismo nel nostro Paese), da quindici anni ha dato vita alla locale Condotta Slow Food, della quale è il segretario.

Dalle produzioni di qualità alle eccellenze enogastronomiche, si sa, il passo è breve, in atto è redattore di “Osterie d’Italia”una prestigiosa guida che da oltre 30 anni si occupa della ristorazione in Italia.


In ricordo di Angelo Meli, vero maestro di giornalismo

Angelo Meli è uscito di scena clamorosamente, vittima di un infarto

"Sono Angelo Meli, disturbo?". Esordiva sempre così, con garbo e cortesia d’antan. Non riceveremo più questa telefonata. Angelo Meli è uscito di scena clamorosamente, vittima di un infarto. Una notizia che ha lasciato increduli amici e colleghi. 
“È bravo ma è troppo rigido”, era la frase mormorata dietro le quinte. La bravura di Angelo Meli era riconosciuta da tutti. Era quella congiunzione avversativa che non andava giù a molti. Quel “ma”, qualche volta, si è trasformato in un ostacolo professionale insormontabile. Angelo Meli è stato un vero maestro di giornalismo. Lo testimoniano i tanti ragazzi e ragazze che devono a lui l’ingresso nel mondo della professione. Dopo la sua scomparsa tutti hanno sottolineato il suo valore, senza avversative. Ci siamo sentiti al telefono poche ore prima della sua tragica scomparsa. Forse è stata la sua ultima telefonata. Mi aveva chiesto un pezzo. Lo avevo inviato immediatamente. Solo Angelo Meli era in grado di sconfiggere la mia placida indolenza. Ho sempre provato una sorta di timore reverenziale al suo cospetto. Lui rideva di gusto per questa soggezione. È stato un fratello per me. Lui e la dolce Maria Rita sono stati la mia famiglia palermitana. Angelo Meli era privo di diplomazie linguistiche, non operava sconti a nessuno. È stato, per tutta la vita, un intellettuale gramscianamente non indifferente. Non esercitava diplomazie linguistiche, non operava concessioni, non salvaguardava potentati, non blandiva accademie.  I suoi interventi potevano irritare, non essere condivisi, ma erano sempre onesti, coraggiosi, puntuali. Come ogni intellettuale contro, ha pagato questo continuo dettato esplicito, ha scontato duramente la sua perenne sottrazione, la disobbedienza. Ma non ha mai abbassato la testa. Questa congiunzione avversativa, questa volta, gli rende onore. Non ha mai chinato il capo, mai. Come ripeteva l’amico Antonio Ortoleva: “Siamo stati tutti Angelo Meli. Ma solo lui lo è stato fino in fondo”.
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Categorie: La Provincia, Costume e SocietàNumero di visite: 535

Tags: angelo meli antonio ortoleva

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