Oggi tutte le poliziotte ed i poliziotti della provincia di Enna osserveranno un minuto di silenzio per onorare la memoria di Boris Giuliano in occasione del 44° anniversario della sua vile uccisione. Al momento di raccoglimento saranno invitati ad unirsi tutti i cittadini presenti presso gli uffici della Polizia di Stato. Nato a Piazza Armerina (EN) il 22 ottobre 1930, è entrato in Polizia nel 1962 e la sua formazione è proseguita negli Stati Uniti ove ha stretto rapporti di collaborazione con l'F.B.I. e la D.E.A. Investigatore temuto e uomo dalle grandi intuizioni, aveva capito che il principale metodo per contrastare la criminalità è il lavoro di squadra. Funzionario di rara umanità è stato insignito di tanti riconoscimenti. Grazie ai suoi metodi innovativi nel campo investigativo, è riuscito a ricostruire i traffici di Cosa Nostra di quegli anni collaborando anche con la Polizia statunitense. Il Capo della Polizia, De Gennaro il 9 maggio 2006 gli ha intitolato la sede della Questura di Enna Bassa e il Comune di Piazza Armerina, che gli ha dato i natali, gli ha dedicato la Sala Consiliare in occasione del 40° anniversario della sua morte. Il commissario straordinario del Libero Consorzio Comunale di Enna, Girolamo Di Fazio, già questore, il quale agli inizi della sua carriera ha lavorato, fianco a fianco, nella squadra mobile diretta da Boris Giuliano, nel ripercorrere gli anni di piombo a Palermo ne traccia un ricordo appassionato. "L'incontro con Boris Giuliano ha segnato profondamente la mia vita professionale ed umana. Mi volle con lui alla squadra mobile di Palermo ed è stata un'esperienza esaltante e drammatica nello stesso tempo. Boris Giuliano si distingueva, aveva una marcia in più, un carisma particolare, e per me allora giovane in prima linea, era un esempio di straordinario intuito investigativo e non solo. Ricordo riusciva a mettersi in contatto, allora, senza nessuna difficoltà con i vertici dell'FBI, perchè aveva, già intuito che la mafia avesse messo le mani sul narcotraffico. Quella intuizione che si rilevò per lui fatale. Il 21 luglio del 1979 finito il turno di notte come da consuetudine la telefonata per informarlo di quanto accaduto. Mi disse che stava andando al bar dove ad attenderlo c'era una volante. Ad attenderlo però anche il suo carnefice. Non ebbe il tempo di consumare il caffè e una raffica di sette colpi non gli lasciarono scampo, nonostante fosse un abile tiratore scelto. La notizia fu devastante dovetti coordinare tutti gli interventi, in una giornata concitata e difficile che ha lasciato un segno dentro di me. La mafia uccise quello che era diventato un uomo simbolo per la città di Palermo. Ma se la Sicilia ha dato i natali a tanti mafiosi ai giovani voglio ricordare che la stessa Sicilia ha dato i natali a chi l'ha combattuta, a costo della propria vita".