Tutto pronto per le Giornate Fai di Primavera. Il 26 e il 27 marzo eventi a Piazza Armerina, Regalbuto e Nicosia

Oltre 700 luoghi solitamente inaccessibili o poco conosciuti in 400 città saranno visitabili a contributo libero

Sabato 26 e domenica 27 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Oltre 700 luoghi solitamente inaccessibili o poco conosciuti in 400 città saranno visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 Delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le regioni, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il Patrocinio della Commissione Europea e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con la collaborazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile. Le prenotazioni si potranno fare attraverso il sito, fino al giorno precedente alla visita, mentre gli ingressi privi di prenotazione saranno disponibili fino ad esaurimento dei posti per ogni turno, al fine di garantire la fruizione in sicurezza. Il contributo minimo per prenotarsi e prendere parte alla Giornate FAI di Primavera è pari a 3,00 euro. https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-di-primavera/sicilia/ I visitatori saranno accompagnati, come sempre, dagli alunni delle scuole che, attraverso il progetto degli Apprendisti Ciceroni, racconteranno la storia che gli appartiene, imparando così a conoscere e ad amare il loro territorio e il loro patrimonio artistico e culturale. Le visite si svolgeranno nel pieno rispetto delle normative anti COVID-19: in base alle vigenti disposizioni l'accesso sarà consentito solo alle persone in possesso della Certificazione Verde Rafforzata COVID-19 (Super Green Pass).

La Delegazione provinciale FAI di Enna propone le seguenti aperture:

Titolo dell’evento “L’organo del Duomo e la cripta di San Rocco a Regalbuto”a cura della Delegazione di Enna.

Il Duomo di Regalbuto, a prescindere dalla valenza architettonica e artistica dei suoi contenuti, presenta due motivi di grande interesse, il primo legato alla presenza di un magnifico organo costruito da don Donato Del Piano, il secondo il tesoro della cripta di San Rocco, chiesetta attigua, connessa alla chiesa madre. Costruito nel 1767, l’organo fu il primo in Italia con consolles multiple che consentivano esecuzioni con due organisti contemporaneamente. Esso è veramente imponente: le canne di facciata sono 37 di cui 8 mute e 29 suonanti, divise in 5 campate. Il tesoro della cripta di San Rocco, patrimonio inedito da poco studiato e catalogato, contiene, oltre a suppellettili liturgiche del periodo manierista e neoclassico, alcuni manufatti d’argento tra i più pregiati della Sicilia. Tra questi spicca un reliquiario di San Vito, opera del più famoso argentiere siciliano del ‘500 e un’opera scultorea in argento di Filippo Juvara. Le visite si svolgeranno nelle giornate di sabato e domenica. Nella giornata di domenica alle ore 12.00 ci sarà un evento nell’evento, con il concerto dell’organista Maestro Marco D’Avola.

Titolo dell’evento “La Chiesa dell’Itria a Piazza Armerina” a cura del Gruppo Fai di Piazza Armerina.

La scelta della Chiesa dell’Itria mira a far conoscere una chiesa, patrimonio storico e culturale della città, sconosciuta alle nuove generazioni, a causa dei lunghi anni di chiusura causata dal crollo di una parte imponente dell’abside. Intitolata alla Madonna Odigitria (o Madonna del Buon Cammino, abbreviato Itria o Idria), edificata tra la fine del 1500 e i primi del 1600, la chiesa è stata restituita da poco alla comunità locale, dopo un importante restauro. Situata lungo la ripidissima via, denominata per l’appunto dell’Itria, che collega la Piazza Garibaldi al quartiere Canali, caratterizzava il contesto storico che comprendeva nel XV sec. il sobborgo di Santa Maria dell’Itria e la Giudecca abitata degli Ebrei fino al 1492. L’interno della chiesa, a pianta basilicale, è caratterizzato da un colonnato che definisce la navata centrale, illuminata da sei finestre circolari e conclusa da un’abside a forma quadrangolare, che ospita l’altare maggiore in legno finemente intarsiato. Questi gli orari di visita, sia al sabato che alla domenica: 09.30-12.30 e/ 10.00-18.30.

Titolo dell’evento “L’antico quartiere di San Michele e le sue chiese a Nicosia” a cura del Gruppo di Nicosia.

Il vasto quartiere di san Michele sorge alla estrema parte orientale di Nicosia e il suo epicentro è la chiesa eponima di S. Michele Arcangelo, dalla quale si dipartono, in un intricato dedalo, le stradicciole che, in alcuni tratti, conservano ancora l'antico fascino delle basole. Anche se la sua origine è incerta, è uno dei quartieri più antichi e "misteriosi" dell'antica Nicosia bizantino-arabo-normanna. La visita sarà condotta con piccoli gruppi che si alterneranno in diverse stazioni d’ascolto, guidati dagli Apprendisti Ciceroni. Si percorreranno le antiche vie del quartiere, visitando la chiesetta di S. Maria delle Grazie e quella di S. Giacomo minore, fino al vicolo stretto (43 cm) e ad un antico abbeveratoio in pietra da cui sgorga acqua sorgiva. Quindi il percorso continuerà nella "casba araba", nella via dei saraceni, nella via dei Tedeschi e nella porta del Coniglio, una delle più antiche porte d' ingresso alla città; quindi la via Arena con antiche edicole sacre e infine la chiesa e l’oratorio di S. Michele, recentemente restaurati, che conservano opere di pregevole valore artistico. Sarà possibile inoltre assistere all’antico gioco delle ciappette (un gioco di strada, ancora praticato) e alla recita in vernacolo dei versi del poeta galloitalico S. Castrogiovanni che in questo quartiere ebbe i natali. Le visite si svolgeranno sabato e domenica sia la mattino che al pomeriggio.

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