Crisi Idrica. Per la CGIL e Filctem "Servono interventi radicali sulle reti idriche ed energetiche"

"Enna non più provincia dei laghi ma dei laghi a secco" E' l'allarme lanciato dal segretario della camera del lavoro, Antonio Malaguarnera e dal segretario della Filctem, Alfredo Schilirò

La grave crisi idrica che sta interessando la Sicilia e in particolare l'area interna è al centro del dibattito politico sindacale promosso dalla CGIL preoccupata per le gravi conseguenze economiche e sociali che ne deriveranno. “ E' un problema strutturale, frutto di anni di politiche inadeguate. Occorrono interventi sulle reti idriche ed energetiche”. E' questo il grido di allarme lanciato dal segretario della camera del lavoro, Antonio Malaguarnera e dal segretario della Filctem, Alfredo Schilirò per accendere i riflettori sulla problematica e per cercare con forza ed urgenza le soluzioni ed evitare così scenari disastrosi. "Enna ha cambiato la sua denominazione non è più la provincia dei laghi ma dei laghi a secco – dichiarano i rappresentanti sindacali-  è uno spettacolo devastante e oltremodo preoccupante". Dei sette invasi presenti nel territorio che hanno contribuito a soddisfare il fabbisogno idrico di buona parte dell'Isola molti sono sotto il livello di guardia. L'assenza di piogge e l'innalzamento delle temperature di molto sopra la media stagionale ha abbassato il livello di acqua nelle dighe. " Non è un fatto emergenziale ma bensì strutturale - commentano Malaguarnera e Schilirò- frutto delle inadeguatezze di politiche regionali che hanno guardato più alla governance che al benessere dei cittadini. Urge la definizione di una strategia complessiva, con interventi a partire dalle reti idriche ed energetiche e azioni sinergiche che coinvolgano anche il mondo del lavoro, agricolo e industriale". Per i sindacalisti della CGIL è necessario puntare sulla filiera dell’acqua affinchè possa diventare una risorsa. " Il sistema idrico siciliano- dicono - va ripensato oggi si caratterizza da invasi con capacità ridotta e da una rete idrica colabrodo. A ciò si aggiunge la dismissione di sistemi di approvvigionamento idrico senza prevedere sistemi alternativi e tecnologicamente avanzati, oltre all’inefficienza del riutilizzo delle acque reflue che ha determinato l’applicazione di sanzioni europee per la carente depurazione. L’utilizzo razionale delle risorse idriche – sottolineano i rappresentanti di Cgil e Filctem - potrebbe fare crescere anche nel territorio ennese dunque, per la complessità del sistema e il numero degli addetti, una delle industrie più grandi ed efficienti, in grado finalmente di utilizzare la mole ingente di investimenti previsti e ipotizzarne anche di ulteriori in altri campi delle energie rinnovabili. Sarebbe da irresponsabili non investire sul settore – aggiungono Malaguarnera e Schilirò. Per il sindacato valorizzare la filiera dell’acqua “ a partire anche dal riuso delle acque reflue, significa anche rigenerare un sistema frammentato affinchè acqua e idroelettrico siano protagonisti nel territorio ennese e nella nostra regione”.

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